navigando su internet mi sono imbattuto nel “doodle” animato di Google in cui il marchio del noto motore di ricerca diventa l'insegna di un drive-in, perché questa forma di intrattenimento ha appena compiuto settantanove anni e il mini cartone-animato gli vuole rendere omaggio.
Il drive-in nacque nel 1933 a Camden, nel New Jersey, città nota fino ad allora nel mondo perché sede della Victor Records, per cui incise anche Enrico Caruso, e da lì si diffuse un po' dappertutto, arrivando anche in Italia, dove il primo fu aperto nel 1957 a Casal Palocco, vicino a Roma.
I più anziani ricorderanno il microfono fornito a ogni automobilista per meglio ascoltare le parole degli attori del film, e l'atmosfera tra l'happening e il dopo spiaggia che accompagnava le proiezioni.
Uno spicchio d'America che arrivava da noi per “stupirci con gli effetti speciali” - lo schermo era grande come un campo di calcetto - e portare il cinema fuori dalle sale, ma non erano in molti, il giorno dopo, a essere in grado di raccontare la trama agli amici, perché al drive-in in genere si andava con la fidanzata di turno, di solito conosciuta nei primi giorni di mare.
Non tutti possedevano la decapottabile che furoreggiava nelle pubblicità degli impianti americani, così di solito la famiglia tipo italiana vedeva il film sporgendosi dal tettino apribile della 600 o delle ultime Topolino Giardinetta e c'era anche chi lo faceva seduto sul sellino della Vespa. Perdoni l'amarcord, ma questa pubblicità online mi ha fatto ritornare ragazzo.
Attilio Marchini
Lecco
Caro Marchini,
proseguendo con l'amarcord e facendo un salto generazionale, non possiamo dimenticare l'omonima trasmissione-cult dei furenti anni Ottanta, che proprio all'intrattenimento americano si ispirava. Anche questa la si vedeva con la fidanzata, sul divano del salotto, quando magari i genitori erano al cinema (quello al coperto). Sullo schermo scorrevano le parodie di film proiettati nei veri drive-in, in un continuo gioco di rimandi e citazioni.
Vittorio Colombo
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