
Cronaca / Sondrio e cintura
Lunedì 13 Ottobre 2025
La Valtellina avrà il suo frantoio
Dal 20 ottobre entrerà in funzione l’impianto per spremere le olive di via Valeriana
Sondrio
Olio made in Valtellina dalla coltivazione alla spremitura. Dopo tanta attesa il giorno è arrivato. Da lunedì prossimo, 20 ottobre, entra in funzione il nuovo frantoio provinciale realizzato in via Valeriana, a ovest della Fondazione Fojanini esattamente sul lato opposto rispetto ai nuovi laboratori dell’Its Academy agroalimentare. Un passo storico per gli agricoltori locali, che potranno finalmente completare la filiera dell’olio.
L’olivicoltura valtellinese è una realtà relativamente giovane, ma in continua espansione. Negli ultimi decenni ha saputo crescere a ritmi costanti, senza sottrarre spazio ad altre colture ma recuperando terreni dismessi e terrazzamenti abbandonati. È anche per questo che si è deciso di realizzare un frantoio: per dare un’infrastruttura concreta a una filiera che, dagli anni Novanta a oggi, si è ampliata sia per estensione che per qualità. Oggi in Valtellina si contano circa quindicimila piante, con una produzione che supera i mille quintali all’anno e un ritmo di crescita di circa mille nuove piante messe a dimora ogni anno. «In Valtellina nascono grandi oli che non hanno nulla da invidiare a quelli del resto d’Italia – spiegano i tecnici della Fojanini –. L’unica differenza sta nelle rese, un po’ più basse, e nella fatica, molto maggiore, perché qui lavoriamo sui terrazzamenti». Il frantoio, nuovo e dotato di apparecchiature all’avanguardia, permetterà di spremere le olive localmente e di ridurre notevolmente i costi di trasporto. Finora, infatti, gli olivicoltori erano costretti a rivolgersi a strutture fuori provincia, a Bellano, sul lago d’Iseo o nella Bergamasca.
Il progetto, curato dal geometra Gianluigi Battaglia, era partito con una previsione di spesa di 300 mila euro ma si è concluso con un investimento complessivo di 700 mila euro, comprensivo di tutte le attrezzature, coperto grazie ai fondi dell’Aqst provinciale. «Non possiamo che ringraziare la Provincia per aver creduto in questa iniziativa che va a vantaggio di tutto il territorio – aveva ricordato il presidente della Fondazione Fojanini, Fernando Baruffi presentando l’iniziativa -. Abbiamo seguito tutti i dettami ambientali». Come promesso i tempi di realizzazione sono stati brevissimi e hanno consentito di bruciare le tappe e arrivare a spremere le prime olive “in casa” già ora. Un premio per gli agricoltori che lo chiedevano da tempo e che producono un olio che si distingue per la sua qualità e per le caratteristiche organolettiche: si tratta per lo più di oli fruttati medi o leggeri, con note tendenzialmente erbacee.
Le zone più vocate sono la Bassa e la Media valle, dove la coltura ha trovato un equilibrio tra clima, esposizione e composizione del terreno. L’apertura del frantoio rappresenta anche una leva importante per la manutenzione del paesaggio. Il recupero dei terrazzamenti e di superfici agricole abbandonate, oltre a rafforzare l’identità produttiva locale, contribuisce a contenere il rischio idrogeologico e a mantenere in sicurezza versanti e pendii. La presenza del frantoio consentirà di testare e consolidare ulteriormente la vocazione olivicola della zona, con benefici ambientali, economici e sociali». Le prenotazioni per la molitura delle olive si sono aperte ieri e proseguiranno fino a giovedì 23 ottobre. Il costo per la lavorazione, fissato per il 2025, è di 32 euro ogni 100 chili di olive.
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