Lecco, il Qr code al posto degli orari: «Ma non tutti sanno usarlo»

Trasporti La novità è stata introdotta alle pensiline della linea C40. Un gruppo di lecchesi ha scritto a Asf: «Rimettete l’elenco cartaceo»

Lecco

Loro sono tre cittadini lecchesi, ma sono anche un edicolante, Matteo Corno, un gallerista, Oreste Bellinzona, e un giornalista, Gigi Riva, tra i più conosciuti di Lecco.

Uno giovane, e due più “agé”. E, in qualità di (possibili) utenti e a difesa degli altri utenti, esprimono tutto il loro stupore per le novità troppo tecnologiche apposte alle fermate dei bus di Asf autolinee di Como: il codice Qr al posto delle tabelle stampate nero su bianco.

Scrivono, in una lettera al direttore Bertazzoli «con un misto tra sorpresa, imbarazzo e sconforto», sulla storica linea autobus Como-Lecco.

«La furia iconoclasta della vostra modernità ha abbattuto lo storico e secolare totem delle vecchie paline installate alle fermate, ha gettato in discarica le tabelle cartacee e plastificate degli orari di passaggio dei bus e ha introdotto il Qr code, uno strumento davvero “à la page”; anzi, “accessibile e sostenibile”, scrive la sua azienda; e lei ci piazza un carico con il tanto in voga “smart”».

Ma cosa lamentano? «Il povero lecchese che arrivato alla fermata intenda sapere a che ora passa il pullman, deve estrarre lo smartphone, inquadrare il Qr code che ha sostituito la mappa di tragitti e orari, aprire il link collegato e… lasciarsi andare nel mondo incantato di una splendida applicazione che sul cellulare ci dice tutto e il contrario di tutto quel che desideriamo. Ci permettiamo però di segnalare un piccolo ma… siete sicuri che la famosa casalinga di Voghera, o il povero anziano di Malgrate piuttosto che di Tavernerio, sia parificabile a un nativo digitale?».

Insomma, la triade lamenta che non ci sono solo studenti col tablet d’ordinanza nello zaino o informatici rampanti, ma anche pensionati illetterati oppure che non vogliono stare al passo coi tempi, nonne con la sporta del mercato del mercoledì e badanti slave o filippine, viaggiatori occasionali traditi dalle ferrovie…

«Ci permettiamo sommessamente di segnalarle che le più recenti statistiche dicono che il Qr code è utilizzato da circa il 48% degli italiani: il dato non è aggiornatissimo, aumentiamolo pure di una qualche decina di punti. Siamo al 60%? Nonostante la tendenza di crescita dell’utilizzo del Qr code a livello mondiale sia addirittura a tre zeri, nel medio periodo rimarranno non pochi quelli che faticano anche solo a pronunciarne il nome».

E allora? L’invito è a non «gettare nel panico (basta piazzarsi un paio d’ore a una fermata per constatarlo) soprattutto gli anziani, i meno digitalmente scafati, i pigri ignoranti come noi, in nome di una intelligenza che si dimostra in realtà escludente e penalizzante per non pochi… Tutto il popolo utente delle vostre linee, compresa la non piccola parte che al Qr code proprio non ci arriva, e che in queste giornate settembrine sta sconsolata a guardare la misteriosa griglia di moduli bianchi e neri che nasconde l’agognata risposta: sì, a metà mattina la linea C140 vede partire il proprio pullman da piazza della Stazione di Lecco alle 10.25. Sarà pure il nostro tempo quello del cambiamento d’epoca piuttosto che un’epoca di cambiamento, ma non si poteva più semplicemente affiancare il nuovo al vecchio, e applicare il Qr code alle vecchie, care tabelle cartacee?».

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