Lecco, ventenne arrestato per resistenza

Il ragazzo, classe 2005, si aggirava all’Isolago in stato di alterazione. Processo per direttissima dopo la convalida dell’arresto.

Lecco

Si aggirava con fare un po’ molesto tra le vetrine dell’Isolago, la galleria commerciale di via Cavour, in pieno centro, alle 7 di lunedì 6 ottobre. Forse un po’ alterato dall’alcol, visto che quello era il giorno del suo ventesimo compleanno. Ma i probabili bagordi del festeggiamento, probabilmente cominciati la sera prima, sono finiti con l’arresto da parte dei carabinieri, che lo hanno condotto in caserma con l’accusa di resistenza a pubblico ufficiale. Il giovane di nazionalità romena, classe 2005, ha attirato l’attenzione di alcuni cittadini che, alle prime ore del mattino, hanno chiamato il 112 chiedendo l’intervento della pattuglia, a causa di schiamazzi e comportamenti inopportuni. Alla vista delle divise, il ragazzo, incensurato, ha provato a scappare, costringendo i militari all’inseguimento. Nel momento in cui è stato bloccato fisicamente, si sarebbe dimenato con forza, cercando di liberarsi dalla presa. A suon di strattoni, dunque, ha leggermente ferito uno dei carabinieri, che si è fatto curare al pronto soccorso con una prognosi di cinque giorni.

Per lui è scattato il provvedimento restrittivo e l’accompagnamento a palazzo di giustizia, il giorno successivo, per l’udienza di convalida dell’arresto davanti al giudice Martina Beggio. Il ventenne è risultato non avere fissa dimora. Sarebbe arrivato da poco in Italia, e ha sostenuto di avere domicilio in Spagna. Da quanto emerso, non ha alcun precedente penale, ma di recente è stato segnalato a Lecco per piccoli furti di capi di abbigliamento. A suo carico, inoltre, è emerso un precedente provvedimento restrittivo all’obbligo di firma, sempre per un caso di furto, emesso dall’autorità giudiziaria di Bergamo. Una misura che però non è stata rispettata dall’indagato, nei confronti del quale, come stabilito dal tribunale di corso Promessi Sposi, è stata disposta la custodia in carcere, in attesa che venga definito il processo per direttissima.

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