Mandello: pochi bambini, a settembre chiude l’asilo di Olcio

Mandello

Chiude l’asilo paritario di Olcio. Fine di un’epoca: dopo 113 anni a settembre non riaprirà più i battenti per mancanza di iscritti. A settembre sarebbe stati solo nove gli alunni complessivi. «Abbiamo dovuto prendere una decisione - dice Paolo Ostini, coordinatore e tesoriere della scuola materna -, purtroppo c’è stata solo un’iscrizione e guardando agli anni futuri ben poco sarebbe cambiato. Chiudiamo l’asilo senza debiti, il nostro bilancio si aggira sui 125mila euro e abbiamo un piccolo attivo, però mancano i bambini».

E con pochi iscritti non si possono avere i contributi comunali, e neppure quelli regionali e ministeriali, che sono la base degli incassi. La soglia media per mantenere attiva un asilo è quella di almeno quindici iscritti. «Solitamente avevamo un contributo di 37mila euro dal Comune e con le altre entrate riuscivamo a pagare un’insegnate a tempo pieno e due a tempo parziale - prosegue Ostini -, quanto alle rette coprivano un quinto del bilancio. Con meno bambini l’ammontare delle rette chiaramente diminuisce. Abbiamo deciso di chiudere prima di trovarci con il bilancio in rosso».

Tutto comincia nel 1912: era il 6 giugno quando con Regio decreto a firma di Vittorio Emanuele si ufficializza l’ente morale di Olcio, voluto dalla popolazione sotto la guida dell’allora parroco don Giuseppe Crosta. Inizialmente l’asilo era guidato dalla congregazione di religiose dell’istituto suore Adoratrici del Santissimo Sacramento di Rivolta d’Adda. Attorno al 1970 arrivarono le insegnanti laiche.

In tempi più recenti, nel 2000, l’asilo diventa ente con personalità giuridica di diritto privato e viene iscritto nell’apposito registro, e l’anno successivo diventa ente paritario associandosi alla Fism. Presidente è il parroco don Mario Tamola affiancato da un consiglio di amministrazione. La struttura immersa nel verde è proprietà dell’ente morale asilo di Olcio, più semplicemente della gente di Olcio che a suo tempo contribuì alla costruzione. «Il prossino anno si dovrà valutare cosa fare della struttura anche perché non può essere venduta ma al limite donata», aggiunge Ostini. Potrebbe nascere un’associazione per trasformarla in un punto di aggregazione della frazione, ma ci sono da mettere in conto i costi di gestione. Potrebbe essere donata al Comune o a un ente benefico. «Nel 2026 vedremo come si evolverà, ora è tutto prematuro», conclude il tesoriere. Da quel 6 giugno del 1912 di generazioni ne sono passate tante, ci sono stati i bisnonni e i nonni di alcuni dei bimbi di adesso, e sempre la materna di Olcio è stata un servizio fondamentale per le famiglie, per quelle donne che lavoravano nei campi o nei filatoi. Adesso però i bambini a Olcio sono sempre meno e l’asilo è costretto a chiudere i battenti. P. San.

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