
Maxi fornitura a cantiere delle Olimpiadi, la denuncia dell’imprenditore lecchese: «Non mi pagano»
A parlare è Massimiliano Merigo, 50 anni, titolare dell’impresa Moxol Srl con sede operativa a Olginate: «Si tratta di una fornitura di tubi per micropali, che servono al parcheggio interrato di Livigno, del valore di circa 500mila euro. Ad oggi non ho preso un solo euro e, da contratto, avrei dovuto essere saldato entro 60 giorni dalla consegna del materiale»
Livigno
“La mia importante fornitura a un cantiere di Livigno delle Olimpiadi, avvenuta tra giugno e agosto del 2024, non è ancora stata pagata. A oggi non ho preso un solo euro e, da contratto, avrei dovuto essere saldato entro 60 giorni dalla consegna del materiale. Sono seriamente preoccupato perchè non si tratta di spiccioli. Io avevo ricevuto l’ordine da Mottolino 2026 Scarl che, a sua volta, aveva ricevuto l’incarico da Ar.Co Costruzioni dell’Emilia Romagna (che è un Consorzio di imprese), un raggruppamento che aveva vinto l’appalto di Simico (Società infrastrutture Milano Cortina). Il mio ordine risale al giugno di un anno fa”.
A parlare è Massimiliano Merigo, 50 anni, titolare dell’impresa Moxol Srl con sede operativa a Olginate, in provincia di Lecco, e sede legale a Milano. “Si è trattato - spiega l’imprenditore, residente ad Abbadia Lariana - di una fornitura di tubi per micropali che servono, per la maggior parte, al parcheggio interrato di Livigno, in località Bondi e una parte va fissata nel torrente Spool al fine di creare una sorta di passaggio per gli sciatori sul corso d’acqua. Ho fornito al cantiere tubi per un peso complessivo di 400mila chilogrammi, ovvero 400 tonnellate, per quindici viaggi completi di bilici sino alla località in territorio extradoganale dell’Alta Valtellina. Il valore della fornitura è di circa 500mila euro”.
Non avendo ricevuto alcun pagamento, l’imprenditore del Lecchese ha bussato a più porte nella speranza di trovare al più presto una soluzione. “Ho rivolto sollecitazioni all’impresa che mi ha ordinato la merce - ricorda Merigo - la quale oltre che da Baronchelli Costruzioni di Milano, quella che detiene le quote societarie maggiori, comprende Crt Group anch’essa con sede nel Milanese, senza tuttavia ricevere alcuna risposta; allora ho chiesto notizie pure ad Ar.Co Lavori. Senza dimenticare di scrivere a Simico, che è l’ente appaltante, al Rup (Responsabile unico del progetto) e al sindaco del paese turistico della Valtellina. E, dopo un silenzio assordante, da parte di tutti, ho scritto pure a tutti i consiglieri di maggioranza della Regione Lombardia. Almeno un paio, in via informale, mi hanno fatto sapere di avere investito del problema chi di competenza”.
Non voleva, il titolare dell’impresa lecchese, vedersi costretto a ricorrere alle carte bollate, chiedendo l’intervento dei giudici del Tribunale di Milano per una pronuncia sulla vicenda del mancato pagamento. “La Mottolino Scarl - replica il massimo rappresentante Achille Baronchelli - si è costituita dopo l’aggiudicazione dell’appalto. Ma ora siamo un’impresa non più operante nel cantiere di Livigno perchè ci è stata revocata la commessa. Non stiamo più incassando, da tempo, il denaro per l’avanzamento lavori ed è il motivo per il quale non siamo riusciti a provvedere al pagamento di quanto fatto dalla ditta lecchese. Noi eravamo titolati ad eseguire i lavori edili al parcheggio in costruzione a Livigno, al netto dell’impiantistica che è invece a carico di un’Ati (Associazione temporanea d’imprese), ma siamo stati bloccati e, ancora ad oggi, non ne abbiamo compreso le ragioni. Lunedì si è svolto un primo incontro con un perito nominato dal Consorzio Arco Lavori per il riconoscimento di quanto da noi realizzato prima dell’improvviso stop: si deve fare una sorta di fotografia di quanto ci è dovuto, prima della nostra estromissione dal cantiere. Andrà a finire che, alla fine, toccherà ai giudici sbrogliare l’intricata matassa”.
Arco Lavori, una volta che ha messo alla porta l’azienda di Baronchelli, ha riassegnato la prosecuzione dell’intervento a un’altra società, ossia la Livipark di Milano costituita da Seli di Monza con la milanese Hana.
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