Migranti, scontro e nuovi flussi

Nella stessa giornata in cui il governo varava il piano dell’immigrazione legale per il prossimo triennio, divampavano ancora più alte le fiamme della polemica sulle nuove valutazioni di un ufficio della Corte di Cassazione, il Massimario, sul decreto di modifica del Protocollo Italia-Albania contro l’immigrazione clandestina che è il perno – ancora però non funzionante – della politica del centrodestra per governare il fenomeno.

Basta questa contemporaneità per dare l’esatta misura di quanto sia complicato e contraddittorio il confronto politico sull’immigrazione che purtroppo non sfugge mai , e dunque neanche in questa circostanza, di dare l’impressione che si muova su binari ideologici e propagandistici. Partiamo dalla polemica.

Dopo aver largamente criticato l’impostazione del Decreto Sicurezza, ora divenuto legge, l’ufficio del Massimario è tornato ad intervenire mettendo nel mirino il provvedimento con cui il governo ha tentato di ovviare alle iniziative del singoli giudici che finora hanno di fatto impedito che funzionasse il centro che l’Italia ha costruito in Albania per trasferirci i migranti su cui si deve prendere una decisione. Si tratta, secondo gli estensori del testo uscito dal Palazzaccio, di norme che collidono con quelle europee e in qualche misura anche con la nostra Costituzione.

Da notare che le relazioni tecniche del Massimario dovrebbero rimanere riservate al circuito dei magistrati mentre da qualche tempo in qua fìniscono sui giornali alimentando lo scontro politico. Così, mentre la presidente delle Sezioni Unite della Corte di Cassazione, Margherita Cassano, si prodiga nello spargere acqua sul fuoco negando intenti polemici e chiedendo rispetto per le istituzioni giudiziarie, da una parte la maggioranza rivendica alla politica la competenza della politica migratoria e attacca la Corte dove, dice Maurizio Gasparri, «evidentemente sono entrati giudici estremisti provenienti dai centri sociali»; e dall’altra, quella dell’opposizione si grida allo scandalo, si denunciano «le sciocchezze del governo» e si accusa Meloni, Nordio e Piantedosi di voler «smantellare gli organismi di garanzia costituzionale». In effetti, a parte la presidente del Consiglio, il ministro della Giustizia e il suo collega dell’Interno non si sono risparmiati nel criticare le note del Massimario, parlando di «impostazione ideologica» che «lascia sorpresi e senza parole». Ma noi, assicurano da Fratelli d’Italia, andremo avanti perché il modello Albania è preso ad esempio in Europa: in effetti molti Paesi, compreso quello tedesco del Cancelliere Merz, hanno mostrato interesse all’iniziativa italiana e hanno partecipato a più riprese alle riunioni a Bruxelles in cui la premier Meloni spiegava e rispondeva alle domande dei suoi colleghi. Non sembra che il centrodestra voglia arretrare, dunque, ma tutto sta a capire se i giudici avranno ancora il margine per impedire che il Protocollo italo-albanese entri alla fine in azione.

Altro tema, connesso a quello, è il varo del piano triennale con cui il governo si ripromette di fare entrare in Italia 500mila migranti (il 10% in più rispetto al triennio passato) privilegiando quelli più specializzati e qualificati e quelli che provengono da Paesi che collaborano alle decisioni di rimpatrio.

Le organizzazioni datoriali si mostrano soddisfatte anche se avrebbero preferito vedere anche nuove norme che accelerino le lunghissime e farraginose procedure per l’accoglienza dei migranti legali e che, dicono i numeri, conducono solo una piccola parte dei richiedenti a stipulare permessi e contratti di lavoro regolari. Secondo l’opposizione è necessario cambiare la legge Bossi-Fini ma il governo prevede modifiche solo graduali anche per quel che riguarda il click day, un meccanismo che sembra raccogliere l’unanimità delle critiche.

© RIPRODUZIONE RISERVATA