Monastero della Bernaga, la conta dei danni: «Un disastro». Parte la sottoscrizione

La Fondazione comunitaria del Lecchese si moblita per raccogliere risorse da destinare al complesso seicentesco. Ritrovato Codone, il gatto mascotte

La Valletta Brianza

Dopo la notte per sedare l’incendio tra sabato e domenica, gli interventi per salvare il salvabile rimasto sepolto sotto le macerie domenica, ieri, lunedì, è stato il giorno delle valutazioni tecniche su quanto è rimasto in piedi del monastero delle romite di Bernaga.

A Perego sono arrivati i tecnici dei vigili del fuoco appartenenti al nucleo Sapr, Sistemi aeromobili a pilotaggio remoto.

Installata una postazione nella zona dell’orto, i pompieri hanno azionato un paio di droni con cui hanno sorvolato i resti della struttura, realizzata all’inizio del XVII secolo.

Con termo-camere hanno cercato di individuare le zone ancora calde, segno della presenza di focolari e dove, probabilmente, oggi o domani, potrebbe rendersi nuovamente necessario un intervento dei vigili del fuoco.

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«Al termine delle verifiche – ha spiegato il sindaco Marco Panzeri, presente anche ieri per gran parte del tempo al monastero – l’immobile sarà sottoposto a sequestro. Potranno quindi incominciare le indagini del nucleo antincendio dei vigili del fuoco di Milano a cui toccherà il compito di cercare di capire l’origine dell’incendio».

Al momento, l’ipotesi è che tutto possa essere partito da una celletta delle monache, diffondendosi rapidamente all’interno dell’edificio, in gran parte costruito in legno.

Mentre le ceneri di quel che resta sono ancora calde, in Valletta già si pensa già al futuro. «Stiamo organizzando una raccolta fondi con la Fondazione comunitaria del Lecchese, il Comune e la comunità pastorale. Mercoledì comunicheremo le modalità. Anzitutto intendiamo aiutare le suore (22 quelle che vivevano in cima al Lissolo, ndr.) che non hanno praticamente più nulla. E poi anche in funzione di un qualche intervento, anche se oggi è difficile capire quale potrà essere».

L’arcivescovo di Milano, Mario Delpini, ha espresso la sua solidarietà alle romite. «In questo momento di spavento e di dolore, di precarietà e di incertezza sul futuro, le monache possono essere certe della prossimità, della solidarietà, della assistenza dei tanti amici della Bernaga e di tutti noi», ha detto, ricordando la protezione di «San Paolo VI che ha incoraggiato madre Candida nella fondazione, san Carlo Acutis che nel monastero ha ricevuto giovanissimo la prima comunione, madre Candida e le altre romite sepolte nel cimitero interno al monastero certo continuano ad essere vicini alle monache».

I danni non sono ancora stati quantificati, ma è evidente che si parla di un vero e proprio disastro, come riconosce lo stesso sindaco Panzeri. «La stima dei danni non c’è, ma si parte dal presupposto che è un disastro e che non c’è più nulla. Non tutto il monastero è bruciato, ma i solai sono pieni di materiale carbonizzato e se dovesse piovere sarà un disastro. Purtroppo, non c’è più nulla e la struttura non è agibile ed abitabile. Se sarà effettuato un qualche intervento, dovrà essere radicale. Ci dovrà essere una vera e propria ricostruzione. Considerato che è rimasto poco e che la struttura è molto grande, chissà quanto costerà».

Sempre domenica, è stato ritrovato Codone, il gatto del monastero. «Dopo l’incendio – racconta il sindaco – il gatto è sparito. Quando domenica la madre superiora è arrivata per vedere quello che era accaduto, ha insistito affinché un pompiere cercasse il gatto, che alla fine è stato ritrovato nella zona delle stalle e messo in salvo».

Un lungo tratto di via Lissolo, prima e dopo il monastero, è stato interdetto dalla polizia locale al passaggio veicolare e pedonale per il rischio crollo dell’edificio interessato dalle fiamme. La polizia locale ha inoltre segnalato il fatto che domenica numerosi curiosi hanno cercato di avvicinarsi al monastero dai sentieri. Dopo averli allontanati, ha ricordato il pericolo invitando tutti a non avvicinarsi ai muri del monastero.

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