
Cronaca
Martedì 18 Maggio 2021
Omicidio don Roberto,
udienza fra un mese
Il 16 giugno l’assassino di don Malgesini davanti al giudice preliminare per omicidio premeditato
Ora c’è una data segnata sul calendario. Una tappa importantissima per le sorti future dell’assassino di don Roberto Malgesini. Il prossimo 16 giugno Ridha Mahmoudi dovrà comparire davanti a un giudice per l’udienza preliminare a Como in cui sarà chiamato a rispondere dell’accusa di omicidio premeditato. Un’accusa che, se non subirà variazioni in sede di valutazione da parte del giudice delle udienze preliminari, spedirà direttamente l’imputato davanti alla Corte d’Assise comasca, con il rischio concreto - codice alla mano - di una condanna all’ergastolo.
Come si ricorderà da settimane il pubblico ministero, Massimo Astori, ha notificato la richiesta di rinvio a carico del tunisino, 53 anni, di cui oltre la metà vissuti - in buona parte come irregolare - qui in Italia. Nel nostro Paese l’uomo iniziò a lavorare come operaio salvo incappare, quando era in Sicilia, in un infortunio sul lavoro che gli ha causato seri problemi agli occhi. E proprio quelle problematiche di salute sono alla base delle recriminazioni che Mahmoudi ha trasformato in una vera e propria ossessione. Ossessione poi sfociata in una sorta di paranoia - era convinto di essere perseguitato dall’ex prefetto di Como - quindi in propositi di vendetta verso chi (a suo dire) non l’avrebbe aiutato come lui avrebbe voluto. Nella schiera dei nemici anche don Roberto Malgesini, che al contrario di altri si è sempre prodigato per dare una mano a quell’uomo.
Secondo la Procura non vi è alcun dubbio: si tratta di un omicidio premeditato. E le recenti riforme penali hanno imposto che di fronte alla premeditazione non sia possibile chiedere il rito abbreviato (che consente di ottenere uno sconto di un terzo della pena), ma si può essere giudicati soltanto davanti alla corte d’Assise (con un’altissima probabilità che, in caso di condanna, la pena sia all’ergastolo).
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