
Cronaca / Lecco città
Venerdì 04 Settembre 2015
Profughi, i parroci di Lecco
frenano sul cardinale
«Non abbiamo posto»
«Accoglienza, bella parola, ma se c’è un progetto». Sul problema più vicini al prevosto che all’arcivescovo di Milano. Don Egidio Casalone: «Stiamo islamizzando l’Europa»
«Invito le parrocchie della Diocesi a verificare la possibilità di mettere a disposizione temporaneamente spazi, anche piccoli, per accogliere i migranti che sono giunti o stanno arrivando in Italia».
L’appello gira già da diversi giorni e viene direttamente dall’arcivescovo di Milano cardinale Angelo Scola. Ma nella “sua” Lecco, l’arcivescovo non trova sponda.
Già il prevosto monsignor Franco Cecchin aveva lanciato l’appello «Aiutiamoli, accogliamoli, ma soprattutto diamo loro modo di tornare a casa loro». Anche il parroco di Castello don Egidio Casalone riflette: «Già ospito una rumena anziana e un africano. La rumena è qui da anni. Occupa un mio appartamento e siccome non è in condizioni di completa sanità mentale, non la mando di sicuro via. E l’africano vive in un’aula dell’oratorio dandoci una mano nei mestieri. Ma di più non posso fare». Il perché è presto detto: «Ci rendiamo conto che stiamo islamizzando l’Europa? Prima si stava semplicemente scristianizzando, ma ora si è passati al problema successivo. Le parrocchie possono accogliere? Dipende da cosa si intende. Se si intende di prendere in carico 1-2 migranti, forse. Ma mettere un oratorio a disposizione delle emergenze non si può».
Neanche padre Luigi Boccardi, parroco della popolosa comunità di San Francesco, padre cappuccino, dice subito un “sì” incondizionato alla proposta dell’arcivescovo. È solo possibilista: «Adesso vedremo. Ne parleremo in consiglio pastorale. L’accoglienza è bella, è cristiana, ma non è facile».
Don Carlo Gerosa parroco della comunità pastorale Beata Vergine di Lourdes che raggruppa le parrocchie di Acquate, Olate e Bonacina: «Non ci siamo ancora confrontati, a livello comunitario perché non ci siamo visti dopo le vacanze. Case per accogliere i migranti, però, non ne ho. Gli appartamenti della comunità pastorale sono già affittati. Tutto non si può fare».
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