Rapina al distributore di Sondrio, parla il benzinaio aggredito: «Li conosco, li vedo spesso qui»

Rapina in pieno giorno: coppia ha aggredito un benzinaio per rubare il borsello con l’incasso, circa mille euro. I carabinieri sarebbero vicini alla svolta: i due sospetti, tossicodipendenti già noti alle forze dell’ordine, risiedono in zona. Si attende l’ufficialità del fermo

Sondrio

«I carabinieri sanno già chi sono. Si tratta di due sbandati, da tempo con problemi di tossicodipendenza, che risiedono in città in via Maffei. Mi chiede quanti anni abbiano ? Avranno entrambi sui trenta. Gli investigatori saranno già andati a prenderli a casa loro, anzi la donna, se non ho capito male, devono averla già arrestata...». Parla, il giorno dopo la rapina, il benzinaio del marchio Ip il cui distributore è ubicato all’imbocco della periferica via Maffei, vittima dell’aggressione da parte di una coppia allo scopo di portargli via - ieri pomeriggio, quindi in pieno giorno - il borsello contenente circa mille euro, parte dell’incasso della giornata.

«Quei due li vedo bazzicare spesso da queste parti - aggiunge l’esercente Fabio Fanchetti, 50 anni, titolare anche della vicina e storica gelateria fondata dagli indimenticati genitori e punto di ritrovo rinomato di tanti sondriesi nei mesi caldi dell’estate -. Per fortuna che non erano armati. Mi è venuto spontaneo, dopo il furto subito, rincorrere la donna che fuggiva a piedi per cercare di raggiungerla e recuperare i soldi rubati. Ma sono stato bloccato e aggredito al collo, con la forza, dal suo complice che poi è riuscito a scappare e farla franca pure lui. Per adesso».

L’allarme alle forze dell’ordine, dopo il “colpo”, è stato immediato e in zona sono in pochi minuti giunte alcune pattuglie della Polizia Locale, coordinate dal commissario capo Mauro Bradanini, e “gazzelle” dei carabinieri del Nucleo operativo e radiomobile della Compagnia di Sondrio, di cui à comandante il maggiore Marco Issenmann. Inutile chiedere, nella giornata di ieri, se ci fossero sviluppi sulle indagini. «Titolare dell’indagine - si è limitato a dire il maggiore Issenmann - è la Procura della Repubblica, non è l’Arma, ma unicamente i magistrati diranno se e quando ci siano novità». Insomma, le bocche sono cucite. Si vuole fare intendere che la svolta ancora non c’è stata. Ma mancherebbe soltanto l’ufficialità al primo fermo di indiziato di delitto, forse si attende di bloccare anche l’uomo che ha aiutato la trentenne che aveva avvicinato il benzinaio con la scusa di cambiare una banconota da cinquanta euro in altre di taglio più piccolo, per poi impossessarsi del portafogli lasciato sul mobiletto interno della postazione di lavoro del distributore di benzina.

Sin dalle prime indagini era apparso chiaro che si fosse trattato di un episodio grave di micro criminalità, presumibilmente commesso da due “balordi” della zona con problemi di dipendenza dalla droga e, probabilmente, alla ricerca di soldi facili per acquistare le prossime dosi. «Nella mia area di servizio - spiega Fabio Fanchetti, il gestore della pompa di benzina Ip - i carabinieri mi hanno chiesto se avessi un sistema di videosorveglianza e ho risposto che, purtroppo, ne sono sprovvisto. Tuttavia hanno subito accertato che nelle immediate vicinanze ci sono occhi elettronici che potrebbero avere registrato le immagini decisive all’individuazione dei due responsabili dell’aggressione». I due malviventi rischiano ora l’imputazione di rapina impropria nella migliore delle ipotesi. Il cerchio dell’indagine ormai si sta chiudendo: sarebbe, infatti, soltanto questione di poche ore per giungere alla cattura della coppia di Bonnie e Clyde.

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