Rigenerazione del Gerenzone, proprietari e architetti contro il nuovo piano

Critiche accese all’incontro pubblico sul Pgt: «Ambiti irrealizzabili, troppo complessi e difficili da attuare». L’assessore Rusconi: «Con i crediti edificatori vogliamo dare strumenti concreti per riqualificare»

Lecco

«Così come sono configurati, quegli ambiti di rigenerazione urbana sono irrealizzabili». Le critiche di Giovanni Rusconi, proprietario dello spazio Oto Lab, e soprattutto di Paolo Colombo, giovane architetto nonché presidente di Officina Gerenzone, hanno animato la discussione sul futuro della valle del Gerenzone giovedì sera alla Piccola, durante l’ultimo dei tre incontri con la cittadinanza organizzati dall’amministrazione comunale per presentare il nuovo piano di governo del territorio.

«Un ambito di rigenerazione urbana da quasi 1.800 metri quadri – ha osservato Rusconi – in cui il 75% dev’essere demolito e il 50% dev’essere delocalizzato. Cedere il 50% di aree verdi e lo spazio per la pista ciclopedonale e realizzare i parcheggi pubblici. Quando sono stati fatti questi studi si è pensato alla proprietà o all’investitore? Nessuno riesce a sostenere questo tipo di intervento».

Il riferimento era al più piccolo degli ambiti di rigenerazione disposti lungo il corso del Gerenzone, ovvero l’area ex metallurgica su via Mazzucconi. «Siamo quasi certi – ha aggiunto Colombo – che fra quindici anni questo assetto sarà rimasto quasi tutto sulla carta. Alcuni aru comprendono sei o sette proprietà, ognuno con una storia differente. Sono troppo complessi, andrebbero sicuramente frantumati in aree più piccole. Eppure, ci sono delle previsioni giuste, per esempio sul mantenimento degli edifici vincolati dalla soprintendenza. Per altro, oggi non viene concesso il cambio di destinazione d’uso per immobili dentro la fascia di rispetto dei 10 metri dal torrente anche se si dimostra il carattere storico dell’edificio».

L’amministrazione ha replicato sottolineando come solo il tempo potrà dire con certezza se l’impostazione del nuovo piano di governo del territorio sarà efficace nel muovere una situazione oggi del tutto bloccata.

«Per i proprietari degli edifici lungo l’asta del Gerenzone – ha precisato l’assessore all’Urbanistica Giuseppe Rusconi – non cambia niente se non sono intenzionati ad avviare interventi di riqualificazione. Se invece un proprietario pensa di abbattere il proprio edificio, per esempio perché è malmesso e costoso da manutenere, ha l’incentivo dei crediti edificatori, uno strumento previsto dalla normativa regionale che attuiamo per la prima volta a Lecco. È possibile far decollare la superficie o la volumetria abbattuta e trasferirla in un ambito di rigenerazione o di trasformazione urbana. Il Comune dovrà istituire un registro pubblico dei diritti edificatori ma non entrerà nella negoziazione tra chi compra e chi vende questi diritti. All’interno della nostra città, inoltre, ci sono molte aree assoggettate alla cosiddetta “indifferenza funzionale”: se un proprietario ha ereditato un ufficio e nella zona in cui si trova sono già esistenti delle residenze lo può trasformare in residenza. Per queste zone il Pgt dirà solo cosa non si potrà fare. In questo modo cerchiamo di dare strumenti ai singoli cittadini per permettere loro di seguire le scelte che fa il mercato e rispondere ai cambiamenti».

© RIPRODUZIONE RISERVATA