
Cronaca
Lunedì 13 Ottobre 2025
Salve dal rogo le reliquie di Carlo Acutis.
Si cerca il crocifisso donato da Paolo VI
Da arcivescovo di Milano, papa Montini favorì il recupero del monastero brianzolo
La Valletta Brianza
Non è ancora chiaro quante e quali opere siano andate distrutte nel rogo che ha divorato il monastero seicentesco delle monache romite di Bernaga a La Valletta Brianza nella notte tra sabato e domenica.
Molto presto, tuttavia, lo si saprà. Nella giornata di lunedì, infatti, accompagnati dal parroco don Raffaele Lazzara, un paio di uomini del nucleo carabinieri per la tutela del patrimonio culturale sono arrivati in paese per un sopralluogo.
Il parroco li ha accompagnati in un luogo segreto dove, tra la notte di sabato e la giornata di domenica, vigili del fuoco e volontari hanno portato tutto quello che è sopravvissuto alla furia distruttrice del fuoco.
Decine e decine di quadri, statue, crocifissi e altri oggetti sacri che facevano parte del monastero e della vita delle monache romite e che attualmente sono stati allineati in terra per essere fotografati, catalogati e confrontati con una lista completa che si presume possa essere nelle mani della madre superiora del monastero.
Molti degli oggetti recuperati sono malconci. Alcuni sono anneriti dal fumo e dalle fiamme. Altri, invece, sono stati danneggiati dall’acqua che i vigili del fuoco hanno utilizzato per spegnere il rogo.
In cima agli oggetti più preziosi c’è sicuramente la reliquia di Carlo Acutis, recentemente canonizzato da papa Leone XIV.
«La reliquia, che custodisce un capello di Carlo Acutis e un ex cordis - riferisce il parroco don Raffaele Lazzara - non si trovava. Domenica pomeriggio, invece, dopo una giornata di ricerche, grazie agli uomini della protezione civile e ai vigili del fuoco, è stata ritrovata e messa in salvo».
Attualmente si trova in un posto sicuro. La reliquia è particolarmente cara alle monache dal monastero dal momento che proprio tra quelle mura, all’età di 7 anni, Carlo ricevette la sua prima comunione iniziando quel percorso di fede che lo ha portato ad essere riconosciuto santo ad appena diciannove anni dalla sua morte.
Si cerca, invece, ancora un crocifisso donato da Paolo VI, che è fautore dell’insediamento delle monache a Bernaga.
Quando, infatti, era arcivescovo di Milano, Giovanni Battista Montini accolse con favore il desiderio espresso da suor Candida Casero di fondare un nuovo monastero. Fu proprio il futuro papa Paolo VI a scegliere il colle della Bernaga come sede della comunità, recuperando un vecchio monastero che era in stato di abbandono. L’8 settembre 1962 effettuò il sopralluogo alla struttura, piuttosto fatiscente, e un anno più tardi, il 14 dicembre 1963, quella stessa struttura, rinnovata e sistemata, accolse il primo nucleo di monache, guidate dalla Casero. Meno di una decina che poco alla volta sono poi cresciute di numero.
Alle monache, venne anche donato un crocifisso che ancora non è stato ritrovato e che si teme possa essere andato distrutto nell’incendio.
«Tra le altre opere che siamo riusciti a recuperare - conclude don Raffaele - ci sono quadri, statue e altri crocifissi di cui non conosco il valore economico. Non ho ancora avuto modo di passare in rassegna tutto quello che è stato recuperato né di confrontarmi con la madre superiora».
Solo nel momento in cui sarà chiaro quanto recuperato e il suo valore, anche sulla base di quello che succederà alle suore romite e alla loro comunità, si saprà quale potrà essere il destino delle opere d’arte che erano conservate nel monastero.
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