
Cronaca / Sondrio e cintura
Domenica 12 Ottobre 2025
Sondrio: 400 in piazza per chiedere più sicurezza
Manifestazione dopo l’aggressione di lunedì. «Lo Stato dov’è?»
Sondrio
“Senza sicurezza non c’è libertà”, “Stop alla violenza”, “Stato, dove sei?”, “Stiamo stanchi”, “Giustizia per la vittima e sicurezza per tutti”, sono gli slogan che hanno connotato la manifestazione tenutasi nel primo pomeriggio di ieri in piazza Bertacchi a Sondrio, indetta da due semplici cittadini per solidarizzare con la 44enne vittima dell’aggressione di lunedì sera in via Morbegno, nel capoluogo, che l’ha fatta finire in Rianimazione, per dire no alla violenza da qualsiasi parte provenga e per chiedere maggiore sicurezza in città. «Siamo soddisfatti - dicono gli organizzatori, due semplici cittadini che rispondono ai nomi di Greta Daziani e Antonino Pio Vecchio -, perché gente ne è arrivata anche se speravamo fosse un po’ di più. Però, considerato che è domenica, siamo contenti così. Anche perché è filato via tutto liscio proprio come volevamo. Tutto si è svolto in modo semplice, ordinato, pacifico, aperto a tutti, senza distinzioni di appartenenza razziale o politica. Noi volevamo che venisse fuori la voce della cittadinanza e così è stato. E se non basterà, torneremo ad organizzarci e a manifestare, finchè chi di dovere non ci darà ascolto».
Sono decisi gli organizzatori ed hanno avuto un gran seguito, perché, in fondo, mobilitare dal basso 400 persone di diverse estrazioni sociali ed etnie, in centro città, la domenica pomeriggio, quando di norma il capoluogo si svuota e buona parte dei residenti raggiungono le loro baite di mezza costa per godere degli ultimi tepori autunnali, non è cosa facile. Ma Greta e Antonino ce l’hanno fatta. E la prima a prendere la parola è stata proprio Greta che ha letto il suo messaggio esprimendo, in primo luogo «solidarietà e vicinanza alla vittima dell’aggressione di lunedì sera - ha detto -, a lei e ai suoi cari va il nostro pensiero». Poi i passaggi salienti del suo discorso sulla sicurezza in città. «Sondrio è sempre stata una comunità viva e accogliente - ha detto Greta -. Ma negli ultimi tempi stiamo assistendo a episodi che generano paura, rabbia e incertezza. Allora è nostro dovere, come cittadini, far sentire la nostra voce. In modo civile, rispettoso, ma anche forte e chiaro. Questa non è una protesta contro qualcuno, ma una richiesta per tutti. Per noi, per i nostri figli, per gli anziani, per le donne, per chi lavora e vive questa città ogni giorno. Perché quella brutta aggressione poteva capitare a chiunque di noi. Chiediamo allora più presenza delle forze dell’ordine, più prevenzione, più attenzione da parte delle istituzioni, perché, purtroppo, lo sappiamo tutti, Sondrio è cambiata. Una città che un tempo era tranquilla, oggi non lo è più. É diventata pericolosa dal centro alle periferia e nessuna zona deve essere lasciata indietro, per cui chiediamo più controlli, più agenti per le strade, anche a piedi, soprattutto nelle zone isolate e il reintegro immediato della Polfer, perché la stazione e i sottopassi tornino ad essere luoghi sicuri». A prendere la parola, in piazza, subito dopo l’intervento di Greta chiusosi con un fragoroso e lungo applauso per la vittima della violenza di lunedì sera, è stato Lo Cheikh Mbacke, presidente di Anolf Sondrio (Associazione nazionale oltre le frontiere), realtà attiva sul territorio dal 2006 e che si occupa di immigrazione, volontariato e inclusività. «Siamo qui oggi per dire no alla violenza sulle donne e a qualsiasi tipo di violenza - ha detto Lo Cheikh -. Oggi in piazza ci sono solo i cittadini, non c’è nessuna bandiera politica e questo è un passo avanti, positivo e privo di alternative. Dobbiamo puntare sulla prevenzione di queste situazioni, mettere in atto azioni che possano scongiurare questi accadimenti». A prendere la parola, poi, anche Fadi Khabaz, della comunità islamica di Sondrio. «Siamo qui per dire no all’odio fra i popoli - ha detto -, se una persona ha sbagliato ed è stato un criminale orribile, non vuol dire che tutta la gente di colore o straniera è cattiva. Noi siamo cittadini italiani e tutti uguali, qui per dire no alla violenza».
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