
Cronaca / Circondario
Martedì 09 Settembre 2025
Telefoni muti a Monte Marenzo, il caso in Parlamento
I parlamentari del Pd chiedono al governo di intervenire urgentemente sui gravi disservizi telefonici che colpiscono Monte Marenzo e la Valle San Martino.
Monte Marenzo
I disservizi telefonici che dall’inizio dell’anno funestano parte del territorio di Monte Marenzo saranno discussi in Parlamento a Roma.
Merito dei parlamentari del Pd, che hanno presentato un’interrogazione, chiedendo al governo «di attivarsi con urgenza sui gravi disservizi sulla rete telefonica che continuano a colpire il territorio di Monte Marenzo e parte della Valle San Martino».
Non episodi isolati, come ben sanno il sindaco Paola Colombo e i tanti cittadini che, sovente dopo forti temporali, si ritrovano con la linea telefonica muta.
Mesi fa, dopo l’ennesimo episodio, il primo cittadino aveva preso carta e penna e inviato una vibrante lettera di protesta al gestore telefonico, chiedendo ragguagli sul guasto e sui tempi di ripristino.
Una presa di posizione sollecitata dai tanti che, a causa dei disservizi, si trovavano a dover fare i conti anche con conseguenze a livello economico, a cominciare dalle varie attività commerciali del paese, in un caso rimaste isolate due settimane.
L’ultimo episodio in ordine di tempo risale alla fine dello scorso mese d’agosto. Da gennaio, era la sesta volta. I problemi erano cominciati a gennaio, seguiti da un secondo episodio a febbraio. A marzo era accaduto ben due volte. Aprile era passato indenne mentre a maggio le linee si erano guastate nuovamente. Anche luglio era trascorso senza problemi mentre ad agosto un temporale aveva riproposto la problematica.
«Non si tratta di episodi isolati - sottolineano Silvia Reggiani, deputata Pd e segretaria regionale lombarda, e il consigliere regionale Gianmario Fragomeli - ma di un problema che si trascina da tempo, con guasti prolungati e senza comunicazioni trasparenti sulle tempistiche di ripristino».
«Chiediamo al Governo - proseguono i dem - di intervenire subito per mettere in campo misure strutturali per impedire che i disservizi si ripetano in futuro, come è sempre accaduto finora. Le aree interne non possono essere trattate come periferie dimenticate, ma vanno messe al centro delle politiche pubbliche. In un territorio di aree interne come quello lecchese, restare per settimane senza rete telefonica fissa, con le difficoltà di ricezione anche della rete mobile, non è una semplice scocciatura: significa isolare famiglie e comunità, danneggiare attività economiche, mettere in difficoltà istituzioni locali e servizi essenziali».
Per Reggiani e Fragomeli, quindi, «è inaccettabile che nel 2025 si verifichino ancora situazioni di questo tipo, con cittadini e imprese lasciati senza uno strumento indispensabile di connettività. Il Governo non può restare a guardare: servono vigilanza, controlli e investimenti per garantire continuità e affidabilità nei servizi di telecomunicazione».
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