
Cronaca / Sondrio e cintura
Sabato 06 Settembre 2025
Tresivio, esposto sull’ex sanatorio: la minoranza denuncia i rischi
L’opposizione chiede interventi urgenti e verifiche ambientali sull’ex sanatorio Alpina, da anni in stato di degrado. Il sindaco Baruffi: «Chiesti già lavori di messa in sicurezza, ma servono soluzioni definitive»
Tresivio
Uno stato di degrado che ormai perdura da decenni e che, con il passare del tempo, si aggrava sempre più. È questo il motivo che ha spinto la minoranza consiliare del Comune di Tresivio (capogruppo Fabio Beltramini con Nicoletta Moretti e Renato Gianoncelli) a fare una «segnalazione urgente sulla pericolosità dell’immobile ex sanatorio Alpina di Tresivio con richiesta di interventi di messa in sicurezza e verifiche ambientali» al sindaco del paese retico, Fernando Baruffi, inoltrando l’esposto anche alla Prefettura di Sondrio, ad Arpa Lombardia, ad Ats della Montagna, ai Vigili del fuoco del Comando provinciale e ai Carabinieri Forestali.
«Desideriamo con la presente richiamare l’attenzione sull’ex sanatorio dell’Alpina di proprietà della società Alpina Srl con sede a Bologna – scrivono gli esponenti dell’opposizione – perché dall’esame diretto dell’edificio, fatiscente e abbandonato, emergono evidenti condizioni di grave degrado e pericolosità».
Sotto la lente dei firmatari sono finiti, in particolare, «lo stato di precaria stabilità e degrado della copertura e della struttura del tetto con comignoli visibilmente deteriorati; la marcata precarietà statica degli sporti di gronda che si affacciano sulla mulattiera adiacente l’edificio, percorsa quotidianamente da pedoni; il distacco diffuso e progressivo dell’intonaco lungo la parete nord con rischio concreto di caduta di materiali sulla strada pubblica sottostante; situazioni che compromettono la sicurezza sia sulla strada pubblica antistante l’edificio sia sulla mulattiera di accesso a Boirolo, frequentata da residenti ed escursionisti. Tale contesto pone seri rischi per la pubblica incolumità, essendo l’area attraversata regolarmente da veicoli e pedoni».
Secondo gli esponenti «a ciò si aggiunge l’ulteriore elemento di criticità rappresentato dal possibile ingresso non autorizzato di soggetti all’interno dell’immobile, attratti dallo stato di abbandono per scopi ignoti, aumentando così il rischio di incidenti o situazioni di pericolo». Alla luce di quanto denunciato, i componenti del gruppo «Tresivio Unita» richiedono un intervento tempestivo e coordinato delle autorità competenti.
«Chiediamo – affermano Beltramini, Moretti e Gianoncelli – che si disponga un’immediata verifica dello stato statico e di sicurezza dell’edificio e delle aree circostanti; di procedere alla conseguente diffida alla proprietà (o per via giudiziaria tramite denuncia in caso di inefficacia della stessa) per l’avvio degli interventi di messa in sicurezza, al fine di tutelare la pubblica incolumità e garantire il transito sicuro lungo la pubblica via e la mulattiera. Di effettuare, inoltre, da parte di Arpa, analisi approfondite per la presenza di amianto o altri materiali pericolosi nei rivestimenti delle pareti esterne e nelle tubature dell’immobile, al fine di valutare e prevenire eventuali rischi per la salute pubblica. Si deve, infine, vigilare per evitare accessi non autorizzati, anche attraverso controlli da parte dei Carabinieri Forestali o altre forze dell’ordine».
Il sindaco di Tresivio ricorda però che l’amministrazione da lui guidata si è già mossa: «Alla proprietà è stata chiesta la messa in sicurezza dell’area. Sono state posizionate transenne lungo la strada e al corpo di fabbrica: se cade qualcosa finisce all’interno del perimetro delimitato. Su nostra richiesta è stata presentata una relazione, a firma di un ingegnere incaricato dalla proprietà, sulla situazione. Sono state rimosse gronde pericolanti».
Il primo cittadino sottolinea, inoltre, che «in tanti anni di governo del paese numerose sono state le visite di chi sembrava intenzionato a prendersi in carico un intervento risolutore. Ma è tutto rimasto lettera morta. Saremmo felici di valutare e accogliere proposte per rigenerare l’intera area, magari attraverso un’operazione pubblico-privato per una struttura destinata agli anziani o alla riabilitazione sanitaria. I costi sono elevati, finanziamenti dalla Regione al momento non ce ne sono per opere del genere. Qui c’erano i sanatori perché l’aria è buona. Speriamo che in un futuro a breve avvenga la rinascita».
© RIPRODUZIONE RISERVATA