Una sinfonia di voci: 900 cantori a Como

Trecento i valtellinesi che domenica hanno partecipato al Convegno diocesano dei cori liturgici. Per desiderio del cardinale Cantoni, che ha presieduto la messa, destinate le offerte al santuario di Gallivaggio

Como

Una giornata eccezionale. Non servono molte altre parole per definire l’esperienza che ieri in Duomo a Como hanno vissuto poco meno di novecento coristi provenienti da tutte le zone della vasta Diocesi lariana. Tra loro, ben trecento valtellinesi che hanno aderito - con entusiasmo e passione - alla proposta del ventitreesimo Convegno diocesano dei cori liturgici.

Un momento tradizionale nella vita della Chiesa locale, inaugurato nel lontano 1968 da don Ilario Cecconi. A portare avanti una così importante eredità oggi ci pensano due sacerdoti malenchi, don Nicholas Negrini, maestro di cappella della Cattedrale, e monsignor Simone Piani, direttore dell’Ufficio liturgico diocesano, insieme all’organista Lorenzo Pestuggia. Proprio a loro ieri è andato l’applauso corale - è il caso di dirlo... - al termine della celebrazione, presieduta dal cardinale Oscar Cantoni.

Il gesto

In occasione anche del Giubileo diocesano dei cantori, la messa è stata caratterizzata anche da un importante gesto di carità. «Per desiderio del nostro vescovo - ha detto monsignor Piani all’inizio della liturgia - tutte le offerte raccolte saranno destinate ai progetti che riguardano il restauro del santuario della Madonna di Gallivaggio», danneggiato dalla frana di fine maggio 2018.

«La Diocesi e i vicariati della Valchiavenna - ha aggiunto - hanno particolarmente a cuore questo tempio mariano, che speriamo presto potrà ritornare centro di evangelizzazione», non solo per il territorio locale, ma anche per tutti coloro che sceglieranno di visitarlo, una volta finiti i lavori.

Tornando al Convegno diocesano, l’Eucarestia di ieri mattina ha rappresentato il fulcro di una due-giorni di formazione e di condivisione per i cori. Un’occasione speciale, senza dubbio, ma che non è - né vuole essere - «un momento a sé stante: al contrario, si tratta di una tappa di un percorso che prosegue nella quotidianità della vita parrocchiale», come ha ricordato don Negrini.

«Vi ringrazio di cuore per il servizio che svolgete, a volte anche a prezzo di grandi sacrifici, ma nella consapevolezza di aiutare, attraverso la vostra voce, tutta l’assemblea a sentirsi una cosa sola, un popolo che loda il Signore per le meraviglie di grazia che Egli compie a vantaggio del suo popolo amato», le parole del vescovo nell’omelia. «All’interno della vostra comunità parrocchiale voi vivete un ministero specifico, un compito molto prezioso, quello del canto. Non certo per sentirvi protagonisti esclusivi nella celebrazione liturgica, ma per sorreggere e accompagnare l’assemblea tutta, che innalza a un’unica voce la lode al suo Signore», ha aggiunto il cardinale sempre rivolto ai coristi presenti.

Le realtà iscritte

Come si diceva, tra i quasi novecento cantori presenti, ben trecento arrivavano dalla provincia di Sondrio. Sveglia presto - ieri mattina - per i cori “Laudate Dominum” di Livigno e di Piatta (Valdisotto). E lo stesso si può dire per quelli della Valmalenco (Lanzada, Caspoggio e Chiesa) e di Sondrio, con le voci di Triangia e i cantori della corale “Beato Nicolò Rusca” della Collegiata. Senza dimenticare i coristi di Berbenno, di Ardenno e di Morbegno.

Dopo aver animato la liturgia del mattino, alcuni gruppi hanno partecipato anche al momento pomeridiano di elevazione spirituale. Così è stato per la corale “Rusca” - diretta da Caterina Borinelli - e per il coro parrocchiale “San Giovanni Battista” della città del Bitto - coordinato da Pietro Ciapponi - che hanno scelto di proporre un brano insieme: un “gemellaggio”, il loro, che prosegue ormai da diversi anni e che sta dando frutti decisamente positivi, come ha sottolineato anche don Negrini. Dalla Valtellina, insomma, un esempio concreto di sinodalità e collaborazione.

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