
Cronaca / Sondrio e cintura
Mercoledì 02 Luglio 2025
Valchiavenna, atti sessuali con adolescente in affido: la Procura chiede l’incidente probatorio
I presunti abusi contestati non contemplano tutti gli anni di permanenza nell’abitazione di un paese della valle della Mera della giovanissima, che oggi ha fra i dodici e i tredici anni, ma alcuni mesi di quest’anno 2025
Sondrio
Prosegue senza soste l’inchiesta che, oltre una settimana fa, ha portato in carcere un uomo residente in Valchiavenna con un’accusa pesante come un macigno: atti sessuali con minore. La vittima sarebbe una ragazzina in affido, da circa quattro anni, alla famiglia valchiavennasca: dopo che è venuta a galla la vicenda è stata allontanata dal nucleo famigliare per essere accolta in una struttura protetta.
I presunti abusi contestati non contemplano tutti gli anni di permanenza nell’abitazione di un paese della valle della Mera della giovanissima, che oggi ha fra i dodici e i tredici anni, ma alcuni mesi di quest’anno 2025, ossia quelli della scorsa primavera. Prima, infatti, non ci sono stati problemi per quella ragazzina sfortunata alla quale le istituzioni avevano cercato un posto per farla crescere in serenità, in un ambiente educativo adatto alla sua età. Le difficoltà sono emerse quando, piano piano, è divenuta più grandicella, andando per finire nell’orbita degli interessi proibiti del capofamiglia, secondo le indagini dei carabinieri della caserma delegata agli accertamenti dal sostituto procuratore Daniele Carli Ballola, titolare dello scottante fascicolo.
Il magistrato, a un certo punto, con la super visione del procuratore Piero Basilone, ha chiesto e ottenuto dal gip Fabio Giorgi l’emissione di un provvedimento di custodia cautelare in carcere (la misura più severa) a carico dell’indagato il quale, nel frattempo, dalla Casa circondariale di via Caimi, a Sondrio, è stato nei giorni scorsi trasferito in una Casa di reclusione apposita per accogliere presunti sexual offender, ossia il penitenziario dei Piccolini di Vigevano in provincia di Pavia. Ora ci sono nuovi sviluppi sul caso che ha scosso l’intera Valchiavenna e non solo.
«La Procura di Sondrio - spiega l’avvocato Francesco Romualdi con studio professionale nel capoluogo valtellinese - adesso ha depositato la richiesta di incidente probatorio all’ufficio del giudice delle indagini preliminari per ascoltare, in modalità protetta, la minore e cristallizzare il suo racconto come prova a carico del mio assistito. Io intanto ho, invece, presentato ricorso al Tribunale del Riesame di Milano per invalidare la misura della carcerazione firmata dal dottor Giorgi in accoglimento della richiesta dei magistrati inquirenti».
Gli episodi che hanno portato nei guai l’operaio specializzato di 46 anni (non di 43 come indicato inizialmente), senza che la moglie si accorgesse della sua condotta, sono emersi quando nelle scorse settimane un assistente sociale, durante uno dei periodici incontri con la minorenne in affido, si è accorto di immagini e messaggi dal contenuto inequivocabile sul cellulare dell’adolescente. L’operatore dei Servizi Sociali, senza esitazione, ha segnalato i fatti alla Procura sondriese e sono iniziate le indagini sempre svolte nell’assoluto riserbo. Accertamenti svolti in totale riservatezza, al punto che anche la consorte ha scoperto che il coniuge era inquisito per un reato di tale gravità soltanto quando i carabinieri hanno bussato alla sua porta per arrestarlo all’alba di sabato 21 giugno. Seguiremo gli sviluppi dell’inchiesta e anche per questo caso vale la presunzione di innocenza, sino a prova contraria.
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