In uscita il nuovo disco di Ricche le Mura, band emergente valtellinese

Lo si potrà ascoltare dal vivo sabato 17 maggio dalle 21 a Castel Masegra, ma già domani sarà disponibile per tutti “Un Ragno, il Suo Uovo e Noi Dentro”, ultimo lavoro del mondo fiabesco a tinte alt-folk dei Ricche le Mura

Sondalo

Lo si potrà ascoltare dal vivo per la prima volta sabato 17 maggio dalle 21 a Castel Masegra durante il concerto organizzato dai ragazzi di Perestrojka dove salirà sul palco anche Merli Armisa (con il suo nuovo lavoro), ma venerdì 16 maggio sarà disponibile per tutti “Un Ragno, il Suo Uovo e Noi Dentro”, ultimo lavoro del mondo fiabesco a tinte alt-folk dei Ricche le Mura. Un concept album di 12 tracce per La Tempesta Dischi che dà vita a un viaggio simbolico, creando intrecci tematici, personaggi allegorici e luoghi fantastici.

Carlo, Tommaso, Isacco, Alberto e Alessandro sono i Ricche le Mura, band emergente valtellinese, selezionata da Rockit per il suo Cbcr 2023, che spazia tra un rock alternativo e il folk cantautorale, con contaminazioni sperimentali e spolverate pop. Dopo l’album di debutto “Inizio turno fine” (2023, La Tempesta Dischi), la band è tornata con un nuovo progetto discografico. Anticipato dai singoli “Tagliola”, “Chiù” e “Mani di Sole”, infatti, il gruppo valtellinese è pronto a svelare il suo nuovo album.

Il viaggio che si potrà ascoltare nel disco si sviluppa intorno a cinque personaggi principali, ma sono fondamentali anche i paesaggi a cui i Ricche le Mura ci introducono per creare un mondo fiabesco che fa da sfondo allegorico ai temi trattati. «I testi, infatti, sono stati scritti pensando ai luoghi della Valtellina, la volontà è però quella di inserire le vicende trattate in uno spazio privo di una collocazione geografica e in cui il tempo non sia definito». Le storie protagoniste del disco si sviluppano in contesti a tratti quasi fiabeschi in cui la natura è spesso la protagonista. L’ambientazione più ricorrente è il bosco, immaginato come un misto tra latifoglie e conifere, vicino come flora alla taiga del nord europa. Altro paesaggio principale è l’oceano, « considerato come qualcosa di solo immaginato, come raccontato da chi non lo ha forse mai neanche visto». Per fare da supporto a questo immaginario l’apparato grafico e video mira all’estetica dei paesaggi naturali incontaminati.

Nell’estate 2024 i Ricche le Mura hanno fatto un gran viaggio in macchina dalla Valtellina fino in Norvegia, là hanno girato parte del video di “Mani di Sole” e lavorato sul corredo visuale, mentre la restante parte del materiale è stata girata tra le montagne della Valtellina. In questo contesto, degno di nota il lavoro fotografico e di direzione artistica di Bianca Peruzzi, che ha realizzato gli scatti promozionali e le cover delle release. Nei pezzi si susseguono numerosi personaggi e immagini, ma sono cinque le principali figure che fanno da cardine al disco e che ricorrono in più brani. Ciascuna di queste incarna uno dei temi fondanti dell’album e hanno dato spunto all’apparato visuale e grafico, con la costruzione di cinque costumi che sono indossati dai membri del gruppo. I cinque personaggi sono: l’esploratore, ispirato alla figura di Vladimir Arsenyev cartografo e naturalista russo vissuto a cavallo tra il XIX e il XX sec., l’esploratore costituisce il simbolo dello spirito di avventura e della ricerca di profondità di vita nel viaggio e nel selvaggio; Bjorn, personaggio d’immaginazione, è un pescatore norvegese che con la sua barca gira l’oceano raccogliendo le anime che trova in mare per trasmigrarle poi in corpi e vite nuove. Fa riferimento alla figura dello psicopompo, presente in numerose religioni e culture antiche; il ragazzo Betulla, protagonista di un pezzo in cui una betulla animatasi tenta di convincere un ragazzo a cedergli il corpo in cambio del proprio tronco; il cervo, rappresenta la ciclicità dell’esistenza umana, un susseguirsi di morti e di nascite. ; e il cosmonauta di ritorno sulla Terra da una missione spaziale in cui ha scoperto un nuovo pianeta ancora incontaminato.

Dal punto di vista delle sonorità, i brani si muovono tra strutture canoniche a altre più ricercate, tra cantautorato e timbri alt-folk, pop e indie-rock. Attorno ai cinque strumenti principali (basso, batteria, sax, chitarra elettrica e acustica) si intrecciano arrangiamenti variopinti impreziositi da: violino, mandolino, chitarra battente, clarinetto e i synth più disparati. La registrazione, la produzione e il mix sono stati affidati a Marco Giudici e Fight Pausa.

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