Teglio, al via nuovi scavi archeologici
al castello medievale

Dal 15 settembre al 4 ottobre, un team di esperti guidato dall’università di Bergamo indagherà il sottosuolo del dosso del castello per svelare le sue origini

Teglio

Una nuova campagna di scavi archeologici, successiva a quella dell’estate 2024, partirà al dosso del castello di Teglio il 15 settembre per proseguire fino al 4 ottobre. Il progetto Interreg “Archeologia alpina. Luoghi, presenze, strategie Archeo.Alps”, che ha interessato in queste settimane l’area del Calvario di Tresivio, si sposta a Teglio sempre con la direzione dell’archeologo e docente dell’Università di Bergamo, Federico Zoni, con il vice direttore Alessandro Bona e uno staff di giovani archeologi, archeobotanici, archeozoologi, «che si sono affezionati alla Valtellina e all’archeologia di montagna che dà molte soddisfazioni», come conferma Zoni.

«Riprenderemo le indagini dell’anno scorso intorno alla chiesa di Santo Stefano dove stanno venendo alla luce le vestigia più antiche del castello – preannuncia Zoni -. Qui abbiamo trovato una fossa singolare con due inumati all’interno, associata a una spilla a disco, un oggetto prezioso che, stilisticamente, non sembra essere di produzione locale, ma di produzione orientale, del mondo slavo-orientale. La fibula sembrerebbe rimandare ai secoli centrali del Medioevo (X-XI secolo), ma saranno ovviamente le datazioni radiocarboniche a confermare le cronologie precise. Inoltre, stiamo aspettando di fare gli studi del caso per capire se gli inumati fossero persone provenienti da lontano, che si sono portate parte del loro abbigliamento, cosa che potrebbe non sorprendere visto il carattere di crocevia della Valtellina. Sarà interessante capire, inoltre, se ci sono delle differenze fra chi si faceva seppellire nella parrocchia attuale, che era la pieve di Sant’Eufemia, e chi si faceva seppellire all’interno del castello, se fossero membri dell’aristocrazia militare che controllava il castello nei secoli centrali del Medioevo o se ci fosse una distinzione fra gruppi militari in generale e popolazione civile».

Sono previsti, inoltre, altri sondaggi o, meglio, una campagna di geofisica su tutto il dosso del castello per capire cosa c’è nel sottosuolo e se ci sono altri edifici. «Avevamo fatto, in passato, qualche sondaggio, ma si tratta ora di capire se ci sono solo le vestigia del castello basso medievale, cioè dal Xii secolo in avanti, o se ci sono tracce di una frequentazione più antica». Da precisare che la campagna di scavi 2025 avviene in regime di concessione ministeriale (Ministero della Cultura), anche in collaborazione con la Soprintendenza archeologica, con il funzionario competente Stefano Rossi.

Favorevole alla prosecuzione delle attività l’amministrazione comunale: «Per noi è importante andare avanti con questa ricerca che valorizza la nostra pineta o, meglio, il dosso della torre e del castello – dichiara l’assessore alla Cultura del Comune di Teglio, Donatella Marcionni -. Inoltre, vorremmo anche rendere visibili e leggibili gli scavi passati. Ci incontreremo anche con la Soprintendenza per confrontarci sulle modalità più opportune per valorizzare i luoghi. Insomma, ottimo vedere cosa c’è “sotto”, ma è fondamentale anche far conoscere a tutti quanto è stato trovato».

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