Economia / Lecco città
Venerdì 07 Novembre 2025
A Lecco cassa integrazione per 2mila
nei primi nove mesi del 2025
La crescita è più contenuta rispetto a quanto si è verificato in altre province lombarde. Ma Monteduro (Uil): «La situazione potrebbe peggiorare. Serve un attento monitoraggio per prendere preventivamente in carico situazioni di crisi»
Lecco
«Sebbene in alcune altre province lombarde il dato di crescita di cassa integrazione, anche straordinaria, sia esplosivo rispetto a quello lecchese, la situazione che investe la metalmeccanica su questo territorio provinciale non va sottovalutata», afferma Salvatore Monteduro, segretario confederale Uil Milano Lombardia e autore, con l’ufficio studi, dell’aggiornamento dei dati sulla cassa integrazione. Secondo il 3° Rapporto Uil Lombardia sulla cassa integrazione, nei primi nove mesi di quest’anno a Lecco la cassa integrazione ordinaria è cresciuta del 5,8% rispetto allo stesso periodo del 2024 mentre la straordinaria segna un +4,8%, in un dato di sintesi che complessivamente segna un aumento generale del +5,7%. In numeri assoluti significa che sui nove mesi si sono registrate 2.950.100 ore di cassa ordinaria per 1.928 lavoratori, 108.360 di straordinaria per 71 lavoratori, per un totale di 3.058.460 ore e 1.999 lavoratori.
«Certo – afferma Monteduro – parliamo di una base di dati contenuta, tuttavia ritengo che la situazione anche in prospettiva per Lecco sia piuttosto pesante. L’incidenza di cassa integrazione impatta soprattutto sul settore metalmeccanico, il principale settore del tessuto manifatturiero locale. Non va dunque sottovalutato il dato di crescita della cassa straordinaria, spesso segnale di inizio di processi di riorganizzazione e crisi aziendale dove i lavoratori sono più esposti al rischio di espulsione dal mercato del lavoro, ma va tenuta sotto attenzione anche la cassa ordinaria». Precisa: «Sebbene spesso riguardi situazioni momentanee ora va letta anche come dato che ancora non include gli effetti derivanti dalla guerra commerciale dei dazi. Ed è una situazione che potrebbe peggiorare. Serve un attento monitoraggio per prendere preventivamente in carico situazioni di crisi».
Il dato lecchese si inquadra in una situazione inserita nel quadro economico della Lombardia. La Regione nello stesso periodo conta circa 48mila lavoratori in cassa integrazione, di cui poco più di 13mila sono in cassa straordinaria. Nei primi nove mesi del 2025 le ore di cassa integrazione in Lombardia salgono a 72.265.438 (+6,8% sul 2024). È la Cig straordinaria, sottolinea il report, a imprimere la spinta (+26,2%), segnalando riorganizzazioni e crisi non transitorie soprattutto nell’industria. Milano resta stabile nel totale (circa 11,7 milioni di ore, 0%), ma con un mix meno favorevole: CIGS in aumento e Cigo in lieve calo.
Fra i settori, sempre a livello regionale, l’industria è il motore dell’aumento delle ore (+9%) e anche del numero di lavoratori coinvolti (+3.700). L’edilizia rientra rispetto ai picchi del 2024 con il 28,9% di ore in meno e -463 lavoratori coinvolti. In calo anche la cassa integrazione nel commercio (registra -17,2% di ore e -249 lavoratori coinvolti). Davanti a questi numeri la Uil Lombardia insiste con la realizzazione di tavoli territoriali puntando su ricollocazione e riqualificazione del personale. Serve un «monitoraggio continuo e capillare delle singole situazioni, tavoli territoriali subito, e un impegno netto su ricollocazione e riqualificazione. Solo così – conclude Monteduro - si evitano ricadute occupazionali. La Cig è essenziale, ma non può diventare strutturale: serve una regia proattiva che tenga insieme monitoraggio, transizioni e tenuta dei redditi».
© RIPRODUZIONE RISERVATA