Il risparmio postale compie 150 anni. «Un legame di fiducia che ha costruito l’Italia»
A Roma con il Presidente della Repubblica e oltre duecento sindaci, Poste Italiane e Cassa Depositi e Prestiti hanno celebrato i libretti e i buoni fruttiferi postali, simboli di sicurezza e partecipazione popolare. Dalle piccole comunità, come Erve e Bormio, la testimonianza di un rapporto che continua a unire cittadini e istituzioni
Roma
«Il risparmio postale è parte della storia dell’Italia, un legame di fiducia che ha accompagnato la crescita economica e civile del Paese». Con queste parole il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha aperto la cerimonia celebrativa dei 150 anni dei Libretti postali e dei 100 anni dei Buoni fruttiferi postali, svoltasi a Roma alla presenza di oltre duecento sindaci.
L’evento, promosso da Poste Italiane e Cassa Depositi e Prestiti (CDP), ha ricordato una storia che dal 1875 ha permesso a milioni di italiani di mettere da parte i propri risparmi in modo sicuro e accessibile, contribuendo al tempo stesso alla costruzione del Paese. «È un patto sociale che unisce istituzioni e cittadini – ha sottolineato il presidente di CDP, Giovanni Gorno Tempini – e che continua a trasformare il risparmio in infrastrutture, scuole, ospedali e servizi per i territori».
Accanto a lui, la presidente di Poste Italiane Silvia Maria Rovere ha evidenziato come «in 150 anni i libretti e i buoni abbiano accompagnato la vita delle famiglie italiane, diventando simboli di fiducia e strumenti di crescita collettiva». L’amministratore delegato Matteo Del Fante ha ricordato che «il risparmio postale è stato il motore che ha trasformato l’Italia da Paese agricolo a potenza industriale, grazie a un legame indissolubile tra Poste e Cassa Depositi e Prestiti».
Oggi, il risparmio postale conta circa 27 milioni di sottoscrittori e ha raggiunto uno stock complessivo di 320 miliardi di euro. Dietro questi numeri, però, ci sono volti, storie e territori. E la Lombardia continua a essere una delle regioni in cui il risparmio postale mostra la sua forza, con una diffusione capillare che tocca anche i comuni più piccoli.
Nella provincia di Lecco, i 92 uffici postali – di cui 78 nei comuni sotto i 15mila abitanti – rappresentano un presidio vitale. I Postamat sono 45, sei dei quali operano anche senza ufficio fisico. Qui il risparmio postale vale oltre 1,5 miliardi di euro, con più di 104mila libretti e 228mila buoni fruttiferi. Il dato più eloquente: nove cittadini su dieci possiedono almeno un prodotto di risparmio postale, un segno tangibile della fiducia che lega Poste alle famiglie lecchesi.
In Valtellina, dove i comuni sono 77 e la popolazione sfiora le 181mila persone, la presenza di Poste è altrettanto radicata: 82 uffici postali e 52 sportelli Postamat, nove dei quali “stand alone”.Il risparmio complessivo ammonta a oltre 702 milioni di euro, con 51mila libretti e 86mila buoni fruttiferi, di cui 19mila dedicati ai minori. Il 76% dei cittadini utilizza libretti o buoni, una percentuale che conferma la centralità del risparmio postale come strumento di sicurezza e vicinanza nelle aree montane.
Nel corso della cerimonia, l’amministratore delegato di CDP Dario Scannapieco ha ricordato che «il risparmio postale continua a essere una leva di sviluppo sostenibile, finanziando progetti che generano valore economico e sociale».
Poste Italiane e Cassa Depositi e Prestiti hanno annunciato il lancio del nuovo “Buono Premium 4 anni”, riservato ai titolari di libretti postali e dedicato alla raccolta di nuova liquidità, con un rendimento fisso del 2,5% annuo lordo. Dai libretti di un secolo e mezzo fa ai buoni digitali di oggi, il filo rosso è sempre lo stesso: la fiducia. Quella tra cittadini e istituzioni, tra risparmio e progresso. Come ha ricordato il Presidente Mattarella, «il risparmio postale è una storia di responsabilità collettiva che continua a costruire il futuro dell’Italia».
C’è l’orgoglio delle piccole comunità lombarde nella grande sala delle celebrazioni per i 150 anni del risparmio postale. Da Erve a Bormio, da Capiago-Intimiano alla Val d’Intelvi, i sindaci del territorio si sono ritrovati nella Capitale per dire, con una voce sola, che Poste Italiane non è soltanto un’azienda, ma una presenza viva e indispensabile nei borghi e nelle valli del Nord.
Per Giancarlo Valsecchi, sindaco di Erve (Lecco), l’incontro è stato anche l’occasione per raccontare una storia di rinascita che parte proprio dai giorni difficili della pandemia. «A dicembre 2020 siamo riusciti, grazie a Poste, ad avere il nostro primo Postamat – ricorda –. È stato un segnale di fiducia, un segno concreto di attenzione verso una piccola comunità di montagna.» Da allora la collaborazione è cresciuta, fino all’adesione al progetto Polis: «Nel 2023 abbiamo riaperto un ufficio completamente rinnovato, operativo tre giorni a settimana. È la prova che con realismo e collaborazione si può mantenere un servizio efficiente anche nei piccoli centri. Mentre le banche chiudono, gli uffici postali restano: e restano al servizio della gente.»
E dalla Valtellina arriva la voce di Silvia Cavazzi, sindaca di Bormio, che ha rappresentato la provincia di Sondrio all’evento romano. «Essere qui è un onore – spiega –. Il risparmio postale è stato la prima forma di risparmio popolare, quella che ha permesso a milioni di famiglie di custodire i propri risparmi e allo Stato di costruire la Cassa Depositi e Prestiti. È una storia che appartiene a tutti noi.»
Uno sguardo anche al futuro: «Poste Italiane è main partner delle Olimpiadi Milano-Cortina 2026 e gestirà tutta la logistica. Con loro stiamo sviluppando nuovi progetti per il nostro territorio, dalla logistica alla mobilità, fino ai servizi più innovativi».
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