
Una sola Confindustria per Lecco, Sondrio e Como? «Utile per far sentire la voce delle imprese dei territori»
Riccardo Riva: «Operazione positiva, con elementi di condivisione economica e strategica molto forti su territori sinergici e complementari». Walter Fontana: «Sono favorevole ma che peccato aver perso l’occasione della fusione con Bergamo già approvata dal Consiglio generale e poi fermata per problemi legati alla struttura»
Lecco
«Un’operazione positiva, con elementi di condivisione economica e strategica molto forti su territori sinergici e complementari». Così Riccardo Riva, presidente e Ceo di Fischer&Rechsteiner Company, commenta la fusione resa ufficiale in assemblea annuale fra Confindustria Lecco e Sondrio e Confindustria Como che nella primavera del 2027 finalizzerà la nascita di una realtà con più di 1.300 imprese per 77mila addetti. Su cosa si aspetti per i nuovi assetti di governance Riva afferma di non voler «entrare nel merito, è un tema su cui è ancora prematuro esprimersi. Sono certo che alla fine ne uscirà un accordo estremamente utile per tutti e non vedo problemi».
Sull’utilità dell’operazione per le imprese «oggi su alcuni servizi ci sono già aree di condivisione e di collaborazione fra le due associazioni, d’altra parte credo che il valore alto di un’operazione di questo tipo stia nel fatto che l’avvicinamento e l’unione fra le due associazioni non è calato dall’alto, non è una scelta ideologica e politica: è il traguardo e anche la formalizzazione di un cammino già in corso da tempo».
«Certo – conclude Riva l’organizzazione sarà più grande e perciò sarà importante per chi è coinvolto per le rispettive associazioni far sì che gli associati si sentano sempre più a casa loro in modo accogliente, ma non ho dubbi che accadrà».
«La fusione con Como non è certo un male, ma c’era un bene migliore dato prima da una fusione di Confindustria Lecco-Sondrio con Bergamo a cui avrebbe potuto seguire l’unione anche con Como, per una grande massa critica di rappresentanza», afferma Walter Fontana, forte sostenitore del precedente progetto con Bergamo. «Il Consiglio generale di Confindustria Lecco Sondrio – afferma Fontana - aveva deliberato la fusione con Bergamo con 20 voti a favore su 27 votanti. Ero rimasto stupito dal dietro front che si era verificato, chiudendo la possibilità di quell’operazione. Lorenzo Riva voleva l’unione con Bergamo e per problemi legati alla struttura ha dovuto fare marcia indietro. Ritengo comunque importante costruire aggregazioni sempre più forti perché Confindustria nazionale è troppo tenera con la politica. Nella nuova fusione con Como a mio avviso hanno giocato molto le relazioni personali fra alcuni imprenditori».
Alla domanda se lui sia favorevole alla nuova fusione l’imprenditore risponde di essere «favorevole alla crescita per aumentare in modo massiccio il peso politico di chi va ai tavoli romani. L’importanza di queste operazioni sta nell’estrapolare le migliori figure capaci di negoziare nel portare a Roma le nostre ragioni. Le unioni devono partorire delegazioni sempre più forti: immagini una fusione che rappresenti Bergamo, Lecco, Como, Sondrio che si presenta a Roma: non voglio dire che ci si voglia sostituire a Confindustria, ma di certo vorrei sostituire la Confindustria che c’è stata finora perché non ha fatto l’interesse delle aziende. Ora bisogna lavorare per far pesare le voci delle nostre zone in Confindustria verso la controparte di Governo».
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