Il Lecco guarda già alla prossima stagione
Il capitano Battistini: «Pronto a vestire
bluceleste per il quinto anno di fila»

Il difensore centrale: «Questa è una società che, nonostante le difficoltà che abbiamo avuto quest’anno, non ci ha fatto mancare niente. Non è una frase fatta. Ci ha sempre trasmesso serenità, tranquillità e ci ha fatto capire il suo progetto che comunque durerà più anni»

Lecco

Con la prossima stagione il difensore centrale e capitano bluceleste Matteo Battistini vestirà il bluceleste per la quinta stagione consecutiva. Anzi quattro e mezza, contando i sei mesi vissuti nella stagione della B a Crotone. E Battistini, figlio d’arte (suo papà Sergio è stato centrocampista di Milan e Inter), vuole sempre più esserci nel futuro del Lecco.

Matteo, pronto per la quinta stagione? «Ma assolutamente sì. Questa è una società che, nonostante le difficoltà che abbiamo avuto quest’anno, non ci ha fatto mancare niente. Non è una frase fatta. Ci ha sempre trasmesso serenità, tranquillità e ci ha fatto capire il suo progetto che comunque durerà più anni. Poi ovviamente, per come sono fatto, dò sempre il massimo, sempre, perfino in allenamento e poi in ogni partita. Quindi finché indosserò la maglia del Lecco sicuramente l’impegno ci sarà sempre, questo è sicuro».

Come va il tuo tendine d’Achille? «Meglio. Negli ultimi mesi sono stato meglio. Non avevo recuperato al 100% perché comunque continuando a giocarci sopra, faceva più fatica a guarire. Però poi sono guarito. Logico con un minimo di gestione ogni tanto... Però adesso sto bene».

Quanto hai sofferto per questo? «Tanto. Ho sofferto tanto perché dopo la stagione dell’anno scorso quando a gennaio ero stato costretto ad andare via, quest’anno per me era un po’ l’anno del riscatto. Volevo fare un anno importante, quindi i mesi che sono stato fermo li ho sofferti tanto. Però allo stesso tempo ho lavorato tanto per rientrare e fare bene».

Perché dici costretto ad andare via in B? «Perché quando ti chiamano il giorno prima della fine del mercato e ti dicono che se non vai via rischi di rimanere fuori rosa… penso sia una forma di costrizione...».

E dire che avevi contribuito molto alla causa della promozione in B, no? «Avevo saltato la semifinale di andata e di ritorno a Cesena e la finale di andata a Foggia. Però c’ero alla finale di ritorno. Ho giocato fino a Pordenone, andata e ritorno, poi mi sono fatto male a Pordenone e sono rientrato per la finale di ritorno. Fu una stagione dire straordinaria è riduttivo. Io personalmente avevo fatto una grande stagione, poi sì l’infortunio aveva un po’ tolto la ciliegina dalla torta: saltare la semifinale e la finale d’andata, dopo una stagione del genere, non è stato facile. Ho fatto di tutto e rischiato anche tanto per giocare la finale di ritorno, ma ne è valsa».

Quest’anno all’inizio c’era tutto il gruppo storico e poi invece l’epurazione. Battistini si è salvato ma tanti protagonisti di quella stagione no. Da una parte una grande soddisfazione, dall’altra un po’ di tristezza. «Ma sì, sicuramente. Comunque l’operazione di smantellamento del gruppo storico era iniziata l’anno prima. E quest’anno è stata completata. Per quello che posso dire, sono stato contento di ripartire con il Lecco quest’anno; ero contento di essere rimasto con piena fiducia da parte dello staff, del mister e soprattutto da parte della società. Quindi parlo per me».

Mancano i vari Lepore, Celjak, Ionita…? «Con Arthur (Ionita, n.d.r.) ho condiviso cinque mesi. Professionista serio, giocatore forte, quindi non devo essere io a giudicarlo e con tutti gli altri, comunque, quando si condivide uno spogliatoio per tanto tempo, è logico che si instaurino dei rapporti importanti. Li sento ancora ogni tanto...».

E adesso? Che squadra sogna Battistini? In che squadra spera di giocare, in che tipo di Lecco? «Ma sicuramente penso e spero di giocare in un Lecco che continui ad alzare l’asticella come ha fatto nell’ultimo periodo. Penso che solamente con il lavoro e con il cercare di portare avanti un gruppo sano, forte e solido e uno spogliatoio così, si possano creare le basi per fare qualcosa di buono, di importante. Poi ci sono troppe dinamiche per dire se tutto andrà bene. Ma la base, in questo momento, è molto buona. Anche quest’anno eravamo partiti con l’intenzione e con la volontà l’obiettivo di arrivare in alto. Ci sono stati purtroppo diversi intoppi, un po’ per demerito, un po’ per sfortuna, per i tanti infortuni; però alla fine abbiamo raggiunto un micro obiettivo che si è creato durante l’anno e il prossimo anno sicuramente vogliamo partire e mantenere l’obiettivo di fare qualcosa di un po’ più importante».

Noi giornalisti abbiamo dato la colpa quasi esclusivamente a Baldini e a Volpe. Ingiusto? E anche alla campagna acquisti… «Mah, sì, non penso sia giusto trovare il colpevole, perché in un’annata dove cambiano tanti giocatori, dove cambiano diversi allenatori, dove all’inizio è cambiato tanto, penso che dare la caccia al colpevole non sia giusto nei confronti di nessuno. Ovviamente, tutti, chi più chi meno hanno commesso i loro errori. Sicuramente l’importante è che con l’arrivo di Valente alla fine siamo riusciti a fare quadrato, perché gli ultimi due mesi e mezzo erano veramente decisivi e non potevamo permetterci di sbagliare niente».

Chiedere a un a un giocatore, seppur di esperienza come Battistini, come giudica Valente è un po’ ingenuo. Ma al di fuori delle convenzioni, gli piace questo allenatore? «Sì, Assolutamente sì. Lo giudico molto preparato, un motivatore, attento a tutti. E anche empatico».

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