Carenno, un milione di euro all’Immobiliare Pertus da Comune e Regione

Una questione cominciata addirittura una cinquantina di anni fa

Un milione e duecentomila euro. È quanto il Comune di Carenno e Regione Lombardia dovranno pagare all’Immobiliare Pertus. Lo ha stabilito la Corte di Cassazione al termine della vertenza cominciata nel 1998, in seguito all’avvio di una causa civile seguita a un procedimento amministrativo che invece aveva riconosciuto le ragioni degli enti locale e regionale. Il verdetto, che avrà evidenti conseguenze sul bilancio dell’amministrazione comunale della Valle San Martino, è stato comunicato poco meno di un mese fa e dovrà essere necessariamente gestito dall’amministrazione comunale che si insedierà a giugno.

La vicenda prende le mosse una cinquantina di anni fa. Nel 1969, il Comune sottoscrive con l’Immobiliare Pertus una convenzione in base alla quale si prevede la realizzazione di volumi abitativi per un insediamento di 5 mila abitanti in zona Pertus. Un’enormità visto che, mezzo secolo dopo, la comunità carenasse conta 1.500 anime. Forse per questo, nel 1985, gli amministratori rivedono al ribasso la concessione, scalciando dal Pgt parte delle concessioni edificatorie, arrivando a ipotizzare un massimo di poco più di 3 mila abitanti. In realtà, le edificazioni saranno molte meno. Parte da lì la causa che tra un ricorso e l’altro si conclude con la vittoria del Comune in sede amministrativa.

L’Immobiliare però, che all’inizio chiedeva addirittura 20 milioni di euro di risarcimento, non ci sta. Così, nel 1998, ricorre alla causa civile. Per il primo grado passano 13 anni e nel 2011 arriva la sentenza favorevole al Comune. Nel 2018, l’appello ribalta la sentenza, sfavorevole a Comune e Regione. «L’appello - ricorda oggi Pigazzini - stabilisce che Comune e Regione devono pagare in solido all’immobiliare circa 700 mila euro più gli interessi legali. Comune e Regione chiedono di sospendere i termini di pagamento. Il tribunale stabilisce che metà della cifra venga versata subito in attesa della sentenza della Cassazione. La Regione anticipa anche per conto del Comune. Oggi, con la sentenza avversa della Cassazione, noi e la Regione dovremo pagare a metà quel che resta. Quanto. La Cassazione rimanda all’appello per la quantificazione del danno».

La questione non è tuttavia ancora chiusa. Qualche settimana dopo la sentenza, l’Immobiliare si è rifatta viva. E, in base ai suoi calcoli, ha chiesto un milione e 150 mila euro, da cui vanno stralciati i 350 mila già incassati. «in base ai nostri calcoli - spiega però il sindaco - la richiesta è eccessiva per circa 200 mila euro. Abbiamo quindi chiesto all’immobiliare di trovare un accordo. Se ci sarà bene, altrimenti dovremo ritornare in appello per la quantificazione».

«I soldi richiesti - conclude il sindaco - sono dovuti per opere di urbanizzazione realizzate in eccesso rispetto a quanto dovuto. Al di là dei tempi della giustizia, che nel nostro paese sono quelli che sono, va notato che il milione di euro che alla fine noi e Regione pagheremo è sicuramente molto meno della richiesta iniziale di 20 milioni che non aveva ragione d’essere».

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