
Cronaca / Circondario
Venerdì 17 Ottobre 2025
Civate, il ritrovamento di un cadavere nel bosco riapre il tema sicurezza in stazione
Il corpo in decomposizione rinvenuto nei boschi alle spalle della linea ferroviaria alimenta preoccupazioni. Il sindaco chiede interventi urgenti per la zona.
Il ritrovamento del cadavere nei boschi alle spalle della ferrovia - del quale tuttora non è nota l’identità, né il sesso - riporta d’attualità il tema della sicurezza e dei movimenti nei dintorni della stazione di Civate. Le indagini sono affidate alla Squadra Mobile della Questura di Lecco, sotto la direzione della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Lecco. Tutto è partito da una segnalazione, relativa appunto alla presenza di un corpo tra la vegetazione. La zona, decisamente impervia, è quella del Monte Barro.
Non essendoci aperte segnalazioni recenti di scomparsa da casa riguardanti residenti della zona, né tantomeno di escursionisti, gli investigatori non escludono alcuna pista: nemmeno quella del gesto estremo, violento, o dell’overdose. Il corpo è stato trovato in avanzato stato di decomposizione e gli investigatori propendono per l’ipotesi che si tratti di qualcuno scomparso quindi da tempo, o che viveva ai margini o addirittura parte dei movimenti stessi di spaccio e consumo delle sostanze. La stazione di Civate è stata in passato al centro delle cronache, proprio per i traffici.
Il sindaco, Angelo Isella, va dritto al punto: «È una situazione complessa, comunque la si guardi e qualsiasi siano gli esiti delle indagini specifiche, che porteranno a dare un nome e delineare lo scenario in cui il decesso è avvenuto. Da anni la Questura e la Prefettura attenzionano la nostra stazione e io stesso sono in contatto diretto con persone che abitano in zona o la frequentano».
Il rinvenimento, secondo le coordinate Gps, è avvenuto nei boschi di Valmadrera, il cui sindaco, Cesare Colombo, commenta: «Confidiamo nel lavoro della magistratura per scoprire le generalità e le motivazioni per cui il ritrovamento è avvenuto in quella zona del nostro territorio». Riprende il collega di Civate: «Anche a prescindere dal fatto in sé, sicuramente c’è un tema aperto, rispetto a quella stazione che è “di Civate”, ma su territorio di Galbiate, al confine di Valmadrera: di fatto, ci sono due polizie locali, che giuridicamente hanno competenza solo sui rispettivi territori; anche la stazione dei carabinieri di Valmadrera non è competente lì, perché Galbiate ricade sotto Olginate. Detto questo, il problema vero è anche tutto l’intorno, infatti la raggiungibilità di quella stazione è, per i civatesi, molto complessa e va ricordato che 15 anni fa, con l’allora sindaco Rino Mauri, furono previsti investimenti per costruire un ponte pedonale dal centro di Civate, spezzando il pericoloso isolamento. Fu bocciato dalla Soprintendenza, per la presenza della chiesa Della Santa.
Oggi sicuramente ciò non aiuta: sappiamo che le stazioni sono i luoghi di minore sicurezza in tutte le città; una come la nostra, isolata al limitare del bosco (e per tutte le questioni già dette) è chiaramente messa ancora peggio. Per questo, il mio è un invito a metterci al tavolo per trovare soluzioni. Pochi mesi fa, la Camera di Commercio ha invitato alcuni sindaci (c’eravamo io, Valmadrera e anche Galbiate), per uno studio sulla linea ferroviaria da Lugano a Lecco e l’elettrificazione, coi relativi interventi sulle stazioni, compresa quella di Civate. Ora - afferma Isella - deve essere finanziato: ci sono enti che devono intervenire, penso a Regione, ministero, ma soprattutto Rete ferroviaria italiana. Sollecito con decisione la cosa, perché parliamo tanto di sicurezza e di turismo, anzi di quest’ultimo ne stiamo parlando forse fin troppo, tuttavia per il rilancio serve sicuramente qualità e la sicurezza è un elemento essenziale, servono inoltre le infrastrutture funzionali: ebbene, le istituzioni siamo noi e dobbiamo fare i fatti».
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