Dramma della solitudine a Galbiate, opposizione all’attacco sui servizi

Dopo il ritrovamento del cadavere di Angelo Spreafico, l’opposizione chiede chiarimenti. Il sindaco respinge le accuse e difende l’operato del Comune

Galbiate

«Il ritrovamento, nei giorni scorsi, del cadavere di Angelo Spreafico, 63 anni, nella sua abitazione di via Sant’Alessandro, dopo tre anni dalla morte avvenuta nella stessa casa in cui abita il fratello Francesco, è un evento che suscita prima di tutto profondo dispiacere e cordoglio per la solitudine in cui tutto ciò è avvenuto».

Così rompe il silenzio il gruppo di opposizione “Galbiate riparte”, dopo il macabro rinvenimento e l’indagine intrapresa dalla magistratura, che ipotizza per il fratello il reato di occultamento di cadavere. I consiglieri comunali Attilio Tentori e Reginella Riva sottolineano: «Tutti i giornali ne hanno scritto: si è parlato della solitudine di chi se n’è andato e di chi è rimasto; a prima vista, però, appare incredibile che, in un mondo iperconnesso (come si suol dire), la morte di qualcuno possa avvenire nel più assoluto silenzio e anonimato».

Tentori e Riva mettono il dito nella piaga: «Viene da chiedersi: ma la “rete sociale” del nostro paese esiste ancora? Si è trattato solo di una tragica fatalità o vi è, nel silenzio di questa vicenda, un rumore di fondo che dovremmo ascoltare e interpretare? Certo, non è per niente facile aiutare chi non vuole farsi aiutare, ma se alcuni segnali sono emersi nel corso del tempo, forse un controllo o un interessamento in più avrebbero potuto aiutare».

L’affondo di “Galbiate riparte” è diretto: «Lo stabile in cui abitavano i due fratelli appare malmesso: questo poteva essere un campanello d’allarme di una situazione degradata. Nell’esprimere queste considerazioni, non intendiamo muovere rilievi nei confronti di nessuno, ma solo condividere una riflessione con l’intera comunità di Galbiate, perché tutti noi siamo vicini di casa o conoscenti di qualcuno e anche a noi potrebbe capitare di scegliere se interessarci di chi ci sta accanto o tirare dritto. Come gruppo consiliare, d’altronde - affermano Tentori e Riva - ci interroghiamo soprattutto sulla dimensione politica di questo tragico evento, da cui emergono due considerazioni. La prima è una richiesta di chiarimento al sindaco e all’amministrazione perché - ricordano - come riportato anche dalla stampa, pare che ai Servizi sociali del Comune siano giunte, nel tempo, segnalazioni da parte dei vicini. Se fossero confermate, come mai non si è intervenuti prima? La seconda considerazione è invece rivolta alla nostra comunità in tutte le sue espressioni, dagli amministratori alle associazioni, fino ai singoli concittadini, perché eventi dolorosi come questo possano spingere a riflettere, ripensare e allargare la “rete sociale”, ed essere di maggiore sostegno e presenza verso tutti». Il sindaco, Pier Giovanni Montanelli, però, respinge come «davvero sgradevole e offensivo nei confronti del vivace e attivo tessuto sociale galbiatese il comunicato di “Galbiate riparte”».

Montanelli dichiara: «Solo chi non vive e non conosce il tessuto sociale di Galbiate può chiedersi se “la rete sociale del nostro paese esiste ancora”. L’attività dei Servizi sociali è indiscussa e prosegue, ovviamente, in collaborazione con le persone vicine a Francesco Spreafico, le quali sin dall’inizio, insieme all’amministrazione comunale, si sono attivate per consentirgli il recupero di una piena serenità. Essere comunità è soprattutto questo: garantire a ognuno rispetto e dignità».

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