Galbiate saluta Arnaldo Redaelli: «Ci hai lasciato un’eredità di valori»

Una chiesa gremita, unita nell’addio all’imprenditore galbiatese: «Ci mancherà la tua straordinaria umanità»

Galbiate

Si sono svolti questo pomeriggio, nella chiesa parrocchiale di San Giovanni Evangelista a Galbiate, i funerali di Arnaldo Redaelli, presidente di Confartigianato Imprese dal 2002 al 2010. La celebrazione funebre è stata presieduta da don Davide Consonni, vicario di Annone Brianza, di fronte a una chiesa gremita di persone che hanno voluto partecipare al dolore della moglie Emilia, dei figli Elena, Laura e Dario, dei nipoti Nicolò, Giovanni e Riccardo.

Arnaldo Redaelli è stato per decenni protagonista della vita associativa e amministrativa del nostro territorio e non solo. Confartigianato Imprese Lecco era rappresentata dalla presidente Ilaria Bonacina e da Giovanni Mazzoleni, presidente dell’Associazione Nazionale Anziani e Pensionati di Confartigianato. Sempre nell’ambito associativo era presente Alberto Riva di Confcommercio Lecco.

Redaelli aveva fondato e diretto una storica impresa edile a Galbiate. A ricordarlo erano presenti anche Mario Sangiorgio, già presidente di Ance Lecco, e Vico Valassi, che degli edili è stato anche presidente nazionale. In chiesa anche il sindaco di Galbiate Piergiovanni Montanelli e l’ex sindaco di Lecco Virginio Brivio. Don Davide Consonni ha incentrato la sua omelia sulla figura di Lazzaro e sulla casa di Betania, al centro del Vangelo di San Giovanni letto durante la messa funebre: «La morte ci lascia sgomenti e increduli, ma Gesù ci insegna almeno due cose: innanzitutto, di fronte alla morte di Lazzaro, Gesù piange, ovvero condivide il dolore delle sorelle Marta e Maria; in secondo luogo, chiede un grande atto di fede, quello di credere che Dio è resurrezione e vita. In questo drammatico momento, che ci stacca per sempre dai nostri cari, dobbiamo compiere questo atto di fiducia e credere profondamente che Arnaldo ora è di fronte a Cristo».

Don Davide ha poi voluto sottolineare l’importanza di una vita spesa come quella di Arnaldo Redaelli: «È stato un marito e un padre che ha lasciato un testamento fatto di valori, che ci devono dare grande responsabilità; è stato un imprenditore appassionato e la sua intelligenza imprenditoriale l’ha messa al servizio della comunità e del mondo associativo. Noi lo dobbiamo ringraziare non solo per quello che ha fatto, ma soprattutto per quello che ha lasciato a ciascuno di noi. Ringraziamo il Signore che ci ha donato Arnaldo».

Al termine della cerimonia funebre hanno preso la parola il nipote Nicolò e la figlia Elena. Il primo ha voluto ricordare, a nome di tutta la famiglia, la bontà, l’ironia e il rigore di un nonno che gli è sempre stato vicino: «Abbiamo trascorso due mesi impegnativi, ma ora che te ne sei andato, sono sicuro che la tua presenza sarà sempre viva, qualunque sia il posto in cui ora ti trovi». La figlia Elena ha voluto ricordare un padre pieno di vita e sempre pronto ad accettare nuove sfide: «Insieme alla mamma ci avete cresciuti non solo come figli, ma come persone. Da noi hai sempre preteso quello che potevamo dare e ci mancherà la tua straordinaria umanità. Non eravamo pronti a lasciarti andare, ma ora terremo ben presente il tuo ultimo invito, quello cioè di essere sempre una famiglia».

© RIPRODUZIONE RISERVATA