Lecco-Bergamo, ordine del giorno per chiedere un milione l’anno di indennizzi

Il documento impegna sindaco e giunta ad avviare formali interlocuzioni con il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti e con Regione Lombardia per ottenere i ristori per i disagi del cantiere e la riqualificazione dell’area ex Trafileria Brambilla per le imprese che si devono trasferire.

Calolziocorte

La sistemazione dell’area ex Trafileria Brambilla per ospitare le attività produttive costrette a trasferirsi e la richiesta di un contributo compensativo annuo di almeno 1 milione di euro per tutta la durata del cantiere.

Sono questi i due cardini dell’ordine del giorno presentato dal gruppo consiliare Cambia Calolzio e sostenuto anche dal gruppo Bene Comune in relazione alla realizzazione della nuova Variante della Ss 639 Lecco–Bergamo.

Se ne parlerà nel primo consiglio comunale che sarà convocato a gennaio.

Il documento impegna sindaco e giunta ad avviare formali interlocuzioni con il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti e con Regione Lombardia affinché si proceda all’«acquisizione e rifunzionalizzazione dell’area della ex Trafileria Brambilla, individuandola quale ambito prioritario per la ricollocazione delle attività produttive che saranno costrette a trasferirsi».

L’idea è promuovere un «modello insediativo unitario che favorisca sinergie operative, logistiche ed energetiche».

Accanto a questo, l’ordine del giorno chiede l’assegnazione al Comune di Calolziocorte di un contributo compensativo annuo «non inferiore a un milione di euro, per l’intera durata del cantiere». Una compensazione che Colosimo ritiene che Stato e Regione debbano riconoscere a un territorio che subirà numerosi disagi durante gli anni di cantiere. Tale cifra potrebbe essere quindi impiegata dal Comune per mitigare «i disagi viabilistici» ma per il «sostegno dell’economia locale, al contrasto della svalutazione immobiliare, al potenziamento dei servizi pubblici e del trasporto pubblico, oltre che a interventi sociali, educativi e di coesione comunitaria».

Colosimo chiede anche «l’adozione di specifiche misure di ristoro economico diretto a favore di residenti e attività economiche che, pur non essendo oggetto di esproprio, subiranno danni documentabili a causa dell’opera».

Le richieste arrivano al termine di un percorso che giudica l’attuale scelta progettuale fortemente problematica, tanto che molti (dai comitati allo stesso gruppo di maggioranza, passando dalle minoranze) avrebbero preferito fosse meglio valutata l’alternativa di un nuovo tracciato a monte di quello attuale.

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