Pescate, cinque famiglie devono lasciare casa: palazzine da demolire

Tre edifici costruiti negli anni ’60 in via Sant’Alessandro, nella fascia di rispetto cimiteriale, sono abusivi e dovranno essere abbattuti. Dopo decenni di ricorsi respinti, cinque famiglie dovranno lasciare le loro abitazioni

Pescate

Quelle palazzine devono essere abbattute: sono state costruite nella fascia di rispetto cimiteriale. Non c’è ricorso che tenga, non c’è condono che perdoni. E così cinque famiglie si ritroveranno a dover lasciare la propria abitazione.

Arriva la parola fine a una vicenda che si trascina dagli anni Sessanta. Risale infatti a quel periodo la costruzione, da parte di un’impresa edile di Lecco, di tre edifici in via Sant’Alessandro 22, proprio dietro il cimitero. Troppo vicino al camposanto e quindi all’interno dello spazio che, per legge, deve essere riservato alla zona di rispetto cimiteriale. Per questo, gli immobili sono abusivi.

«La questione è veramente datata, si parla di sessant’anni fa – esordisce il sindaco, Dante De Capitani – una storia complicata che tutti i sindaci degli ultimi decenni hanno ereditato, ma che deve essere chiusa. Anche se la parola fine lascerà molti con l’amaro in bocca».

De Capitani ricostruisce i fatti: «Un’impresa realizzò questi edifici in anni in cui le case venivano su come funghi. Poi, a fine anni Ottanta, emerse che erano abusive perché non rispettavano il vincolo della fascia di rispetto cimiteriale. Pertanto, dovevano essere demolite tutte e tre le palazzine. Sia gli inquilini che la proprietà fecero ricorso in vari gradi, arrivando fino al Consiglio di Stato, ma non c’è modo di ottenere sanatorie».

Anche il Comune di Pescate, vista la complessità della materia, si è fatto affiancare da un legale esperto in urbanistica ed edilizia, cercando al contempo una soluzione.

«Abbiamo più volte incontrato i cittadini che risiedono in quelle abitazioni: c’è chi vive lì da quarant’anni e chi invece è in affitto da molto meno. Tutti dovranno lasciare le abitazioni perché, dal momento che in tutte le sedi giudiziali è stata rigettata la richiesta di condono, gli edifici abusivi dovranno essere demoliti. Stanno cercando una soluzione abitativa, anche se a Pescate non è facile trovare case in affitto».

Gli inquilini, assistiti da legali, vogliono capire come sia stato possibile affittare appartamenti risultati abusivi. «Nessuno dei nuclei presenti è seguito dai nostri servizi sociali – precisa il sindaco – per cui dovranno rivolgersi al libero mercato. Eravamo pronti ad accogliere in un appartamento comunale l’inquilina più anziana, ma il suo Isee è superiore ai parametri richiesti. È chiaro, però, che la situazione è spiacevole per tutti».

Il sindaco, che è anche responsabile dell’Area Edilizia Privata del Comune, ha firmato lo scorso 1° luglio un’ordinanza di demolizione. Se gli eredi dell’impresa costruttrice non provvederanno spontaneamente, sarà il Comune a eseguire i lavori e poi a rivalersi. Nel frattempo, gli inquilini chiedono più tempo.

«Ci hanno chiesto una proroga – aggiunge De Capitani – per avere più tempo per trovare una sistemazione. L’ordinanza che ho firmato dava tre mesi di tempo, fino al 1° ottobre. Chiaramente la concederemo, così che possano organizzarsi, ma la procedura dovrà fare il suo corso».

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