
Da Olcio a Olimpia: «Moioli, un mito di grande umiltà»
Mandello In tanti ieri hanno reso omaggio al campione nella sala mortuaria allestita in sala consiliare. Oggi alle 14.30 il funerale nella chiesa del Sacro Cuore
Mandello del Lario
Il cielo coperto dalle nubi, qualche scroscio di pioggia improvvisa. Sopra tutto e tutti, il silenzio. In lontananza, solo le voci attutite dei passanti in piazza Leonardo da Vinci. Un continuo viavai di persone per render omaggio a Giuseppe Moioli, 97 anni, leggenda del canottaggio, medaglia olimpica a Londra nel 1948, portacolori della Canottieri Moto Guzzi, nella camera mortuaria allestita nella sala consigliare di Mandello.
Accanto al feretro fiori bianchi e rose gialle; dietro le spoglie mortali del campione, l’immagine della Madonna in preghiera. Appese ci sono alcune fotografie che lo ritraggono in diversi momenti della sua vita, tra sport e lavori contadini (una di questa mostra Moioli mentre costruisce una gerla).
In tanti hanno voluto esprimere le condoglianze ai parenti che si sono alternati nella camera ardente. Ieri mattina c’era la sorella Luigia, 90 anni il prossimo novembre, con la figlia Romina Stropeni. Proprio Romina tratteggia un ricordo dello zio al di là delle imprese sportive. «Era una persona schietta, diceva quello che pensava - racconta - Era legato alla “sua” Olcio dove è cresciuto e ha vissuto. Negli anni passati aveva messo a dimora parecchie piante di ulivo per lasciarle in eredità ai nipoti. Fino a pochi anni fa faceva ancora il vino. Aveva un carattere forte, non si è mai arreso al passare degli anni: voleva fare tutto ciò che riusciva. Era cresciuto come agricoltore, legato alla terra. Poi quando aveva 17 anni si era avvicinato alla Canottieri Guzzi e quella era diventata la sua casa. Aveva poi lavorato in Guzzi anche come impiegato».
Era stato Franco Faggi a convincerlo ad avvicinarsi alla Canottieri vista la forza che metteva nel coltivare i campi, ideale per vogare. E proprio con Faggi, Elio Morille, Giovanni Invernizzi e lo stesso Moioli capovoga arrivò la medaglia d’oro nel quattro senza ai Giochi Olimpici di Londra nel 1948. Nel medagliere di Moioli anche sei titoli europei tra il 1947 e il 1958.
Le esequie si celebrano mercoledì pomeriggio alle 14.30 nella chiesa del Sacro Cuore. Il sindaco Riccardo Fasoli ha disposto per oggi il lutto cittadino, con l’esposizione della bandiera a mezz’asta e la sospensione di tutte le manifestazioni pubbliche organizzate dall’Amministrazione. Nel pomeriggio gli uffici comunali resteranno chiusi.
«Figura di riferimento dello sport internazionale, Moioli ha dedicato l’intera vita al canottaggio, prima come atleta di eccezionale valore, poi come maestro e guida per intere generazioni, restando attivo fino ai suoi 97 anni - così lo ricorda l’assessore allo sport Sergio Gatti - Nel corso della sua carriera ha ottenuto numerosi riconoscimenti, distinguendosi sempre per la sua straordinaria umiltà, discrezione e il profondo rispetto verso lo sport e i suoi valori. La sua scomparsa lascia un grande vuoto nella comunità sportiva e in tutti coloro che hanno avuto l’onore di conoscerlo e lavorare al suo fianco».
La benemerenza
Nel 2018 aveva ricevuto la benemerenza dal Comune, la “Grigna d’oro”. «Uomo mite, laborioso ed instancabile. Dipendente e atleta della Moto Guzzi, vincitore di numerosi titoli internazionali, capovoga del quattro senza mandellese oro olimpico di Londra 1948. Terminata la carriera agonistica, si è dedicato all’allenamento dei giovani. Esempio non solo di sport ma di vita è da sempre pilastro portante della comunità mandellese»: questa la motivazione con cui gli era stato assegnato il riconoscimento.
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