Mandello del Lario, chiude il museo della Moto Guzzi: ultimi giorni anche per i volontari
Da lunedì prossimo e fino a data da destinarsi non saranno più possibili le visite. Nella nuova sede non ci sarà spazio per tutti i 166 modelli e anche le guide saranno sostituite
Mandello del Lario
La notizia è subito rimbalzata nell’ambiente dei motori perché in questi giorni, dopo alcune voci, la conferma è arrivata: lunedì 17 novembre chiude il museo della Moto Guzzi.
Il polo attuale ha più visitatori di quello che ospita i bronzi di Riace
Fino ad ora era capitata la chiusura per il periodo delle ferie natalizie o estive per il rifacimento o per il restauro di alcuni gioielli a due ruote della casa dell’aquila, ma questa volta è definitivo.
Uno dei più visitati
Dal giorno seguente, i battenti di uno dei musei più visitati in Italia con una media di oltre 1700/1800 persone per permettere i lavori in corso per la nuova sede.
A spingere fortemente perché i vertici dell’azienda creassero il museo, ancora prima che arrivasse la Piaggio (2004), attuali proprietari della casa motociclistica di Mandello, fu un giornalista, scrittore e pilota, tale Roberto Partignani, che fortemente volle e convinse che un museo ci voleva all’interno del grande spazio di via Parodi e così, dopo tanti anni,
la storia della Guzzi è sicuramente stata raccontata nel migliore dei modi. Basti pensare che il museo dentro lo stabile ha più visitatori di quello a Reggio Calabria dove sono esposti i bronzi di Riace, un luogo che per tanti anni aveva riempito le sale per vedere quei tesori ripescati.
Intanto la casa di Mandello continuava il suo tran tran nel recuperare e restaurare i modelli che vanno dalla prima moto prototipo datata 1919, esattamente due anni prima che venisse fondata la Moto Guzzi. Ma che fine faranno le 166 moto esposte, fotografate e raccontate nei due piani del museo? Non verranno smantellate, anzi, troveranno una nova locazione nella nuova area dove sorgerà anche il museo, ma c’è un però: purtroppo le oltre 160 moto non ci staranno tutte nella nuova area disegnata dall’ingegner Greeg Lynn, che ha una capienza di un centinaio circa di modelli, questo purtroppo è uno dei nodi da disfare. E così lunedì, per l’ultima volta, si potrà vedere interamente il museo e qualcuno sicuramente uscirà con un po’ di giustificato magone dalla tortuosa scala verso l’uscita dal cancello rosso di via Parodi.
Da trent’anni a disposizione
Stiamo parlando delle guide, quel gruppo di volontari che per trent’anni hanno accompagnato migliaia e miglia di visitatori raccontando la storia e gli aneddoti legati alle motociclette esposte, lasciano un buon ricordo e tanta passione a chi a Mandello c’era venuto proprio per la Moto Guzzi. Il gruppo di volontari che fa parte del Moto club Carlo Guzzi ha sempre risposto presente alle chiamate, ai turni a volte improvvisati per far fronte a compagnie, gruppi, famiglie, scolaresche giunte a Mandello proprio per vedere un pezzo di storia dell’Italia fino ai giorni nostri.
E così proprio il gruppo delle guide del museo hanno deciso di chiudere il loro «lavoro» con una storica foto di gruppo, perché quella sarà l’ultima prima che il museo riaprirà, ma quando? Tutto è rimandato a data da destinarsi
© RIPRODUZIONE RISERVATA