Omicidio Ioan Florea: acquisiti i filmati, parlano i testimoni

Nuovi dettagli sull’uccisione del commerciante romeno. Una testimone racconta di aver aperto il cancello all’assassino, senza sapere quali fossero le sue intenzioni, arrivato nel pomeriggio con un’auto blu. Acquisite le immagini di videosorveglianza

Colico

Un commerciante di prodotti elettrici originario della Romania, Ioan Florea, 38 anni, nella tarda serata di mercoledì è stato trovato ammazzato, al culmine di un litigio – forse con un connazionale – all’interno del magazzino da lui preso in affitto e adibito a deposito della sua attività a Colico, a fianco di una villa la cui anziana proprietaria glielo aveva concesso in cambio di un canone.

È stato colpito con «verosimiglianza da un colpo d’arma da fuoco», ha spiegato una stringata nota diffusa dal procuratore di Lecco, Ezio Domenico Basso. Non si precisa quale sia stata l’arma usata dall’assassino, anche se probabilmente si è trattato di una pistola, né il numero dei colpi esplosi contro la vittima, né la parte del corpo raggiunta.

Gli investigatori hanno già acquisito i filmati di diversi sistemi di videosorveglianza, compresi quelli del luogo del delitto e delle vicine attività commerciali, come la discoteca Continental e l’Iperfuentes. A fare piena luce sulla dinamica sarà l’autopsia disposta dai magistrati lecchesi, in programma nelle prossime ore. Intanto la salma è stata ricomposta nell’obitorio dell’ospedale Manzoni di Lecco.

Al lavoro gli uomini della Scientifica dell’Arma, intervenuti nel cuore della notte per svolgere i primi rilievi e sopralluoghi, insieme ai colleghi del Nucleo Investigativo del Comando provinciale di Lecco, chiamati a individuare il killer e, possibilmente, il movente che lo ha portato a togliere la vita allo straniero che ha vissuto a lungo nella provincia di Monza e Brianza, dove tuttora vivono la mamma e quattro fratelli.

E sarebbe stata proprio la mancata comunicazione con uno dei quattro fratelli a innescare l’allarme. Attendeva la chiamata, perché avrebbero dovuto cenare insieme, ma Ioan non si è fatto sentire né ha risposto al cellulare per confermare l’incontro che avrebbe dovuto esserci dopo il lavoro in Brianza.

Quando le forze dell’ordine sono giunte al piccolo capannone, ubicato in via Nazionale Nord al civico 47, lato del Trivio di Fuentes, dove in una manciata di secondi si passa dalla provincia di Como a quella di Lecco, provenendo dalla confinante Valtellina, hanno trovato Ioan Florea steso sul pavimento in un lago di sangue. La quantità di sostanza ematica sul posto porterebbe a escludere che sia stato ammazzato altrove e poi trasportato all’interno del magazzino.

A confermare questa ipotesi ci sarebbe anche la preziosa testimonianza dell’anziana proprietaria dell’immobile. «La signora – racconta un’amica di lunga data di Ioan, a volte impropriamente indicata come sorella, ma che in realtà con il marito lo aveva ospitato per un periodo nella sua abitazione all’imbocco della Valtellina (e che ora ha paura), legata a lui da una sincera amicizia durata anni – ha riferito ai Carabinieri di aver aperto il cancello all’assassino, senza ovviamente sapere quali fossero le sue intenzioni. Era arrivato, attorno alle 14.30, con una grossa auto di colore blu. A un certo punto li ha sentiti litigare a voce alta. Poi più nulla. Non si può escludere l’uso di un revolver con silenziatore».

Ioan era benvoluto in zona: si prestava anche a piccoli lavori da elettricista a domicilio, anche se l’impiego principale era rappresentato dalla vendita online di materiale elettrico che ordinava e si faceva consegnare alla ditta colichese che gestiva direttamente.

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