
Piantedo: i pusher smantellano il vecchio bivacco e ne aprono uno più in alto
Dopo gli articoli pubblicati sul nostro quotidiano, i trafficanti hanno spostato la base nei boschi sopra la via per Colico. Residenti esasperati chiedono un’azione incisiva
Piantedo - Colico
Avrebbero potuto affiggere un cartello con la seguente scritta: «Ci scusiamo per i disagi, ma è in corso una ristrutturazione».
I pusher marocchini dei boschi sopra la «via per Colico», collegamento fra la località dell’alto lago di Como e Piantedo, nelle ultime 24 ore – dopo la pubblicazione dell’articolo su «La Provincia di Sondrio» – hanno abbandonato la postazione che scotta con sedie, sgabello, punto-doccia, area cucina con fornello e tenda per ripararsi dal caldo opprimente di quest’estate o dalla pioggia, per iniziare ad allestire un nuovo bivacco, alcune decine di metri più sopra nelle pendici dello stesso versante della montagna. Come documentiamo con la pubblicazione di alcune nuove foto scattate nella zona, una sorta di «zona franca» dove i nordafricani la stanno facendo da padroni occupando, illegalmente, terreni non di loro proprietà. E dove poter essere pronti a ricevere, al più presto, gli affezionati clienti del loro bazar della droga, aperto di giorno e, spesso, anche diverse ore della notte, pronto a soddisfare le più svariate esigenze di sostanze stupefacenti a prezzi competitivi.
E sperando, ovviamente, di essere in grado di meglio sfuggire a un eventuale futuro blitz delle forze dell’ordine, magari dei carabinieri dei due Comandi provinciali di Lecco e Sondrio, stavolta con il supporto dei militari dei Cacciatori delle Alpi dell’Arma come avviene, di sovente, nel Varesotto e in altre province lombarde dove è presente la piaga dello spaccio nei boschi da bonificare. Si tratterebbe di un intervento invocato dai residenti delle due località del Lecchese e della Valtellina che vivono a ridosso del «market dello spaccio» e sono disturbati ogni giorno dal continuo viavai di clienti che si muovono in auto o in sella a moto e biciclette per raggiungere l’area boschiva e fare shopping.
Ci sono, inoltre, alcuni giovani del territorio che ricoprirebbero il ruolo di vivandieri. Sarebbero loro a occuparsi di fornire cibo, bevande e qualche dolcetto a chi è impegnato nell’attività di vendita al minuto delle dosi, per fare in modo che costoro riducano al minimo indispensabile la necessità di allontanarsi dai presidi nei boschi dove avviene il business.
Un business alimentato, ovviamente, dalla domanda sempre più forte, altrimenti non si spiegherebbe il proliferare di questi bivacchi che puntellano le montagne di diversi paesi anche dopo le retate di carabinieri e Polizia di Stato. E i consumatori sono sempre più autentici insospettabili: impiegati, commercianti, imprenditori, sanitari e anche pubblici amministratori ai quali, talvolta, capita di incappare nel ritiro della patente da parte delle pattuglie in servizio sulle strade, «costringendoli» a inventarsi con amici e colleghi che non possono più guidare perché sorpresi a viaggiare ad eccessiva velocità. La guida sotto l’effetto di stupefacenti, alle nostre latitudini, rappresenta ancora una vergogna da non confessare, nella speranza di non essere smascherati.
«È una zona attenzionata da tempo dalla nostra Polizia Locale – dichiara Monica Gilardi, sindaca di Colico –. Andiamo spesso a disturbare sia i clienti che gli spacciatori, attraverso posti di blocco, in collaborazione con i colleghi della Locale di Piantedo. Lo spaccio è una triste realtà. Non si tratta unicamente di un problema di ordine pubblico, ma anche di profilo sociale in quanto gli acquirenti sono soprattutto residenti e solo in parte giungono da fuori».
E il vicesindaco di Piantedo, Tommaso Colli, aggiunge: «Stiamo valutando una possibile azione. C’è massima collaborazione fra la Polizia Locale di Morbegno e quella di Colico e fra i due Comuni. Non vorremmo effettuare un’operazione spot, ma un’azione più incisiva per scoraggiare clienti e spacciatori dal frequentare quei boschi e quelle strade».
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