«Riabilitazione, pneumologia e fragilità: il futuro Mandic»

Merate Il direttore generale Favini: «Aumenta la cura alla fascia di popolazione più anziana»

Potenziare il Mandic inserendo un nuovo reparto, spostandovi posti letto che altrimenti sarebbero andati persi, e, allo stesso tempo, affiancando a Pneumologia e Difra (Dipartimento fragilità che comprende, fra l’altro. le cure palliative e di fine vita, quelle geriatriche, e quelle riabilitative), un nuovo «apice» su cui costruire il futuro del presidio ospedaliero.

Queste le ragioni per cui, dal 2 gennaio, al terzo piano del padiglione Villa, negli spazi un tempo occupati dalla Medicina B, ha trovato posto un reparto di Medicina riabilitativa.

«Il centro riabilitativo lo vorrei a Bellano - premette il direttore generale di Asst Lecco Paolo Favini - ma la struttura attuale ha spazi contenuti. Inoltre abbiamo dovuto inserire l’ospedale di comunità che doveva essere necessariamente aperto entro il 31 dicembre. Per non perdere posti di riabilitazione, li abbiamo trasferiti a Merate». Così, dopo che l’operazione era stata anticipata in maniera critica dai sindacati, da inizio anno 14 dei 40 posti di Bellano sono stati portati a Merate: dieci di questi sono stati già attivati.

«In futuro - prosegue Favini - quando potremo nuovamente concentrare la riabilitazione a Bellano, intendo comunque mantenere qualche spazio per la fisioterapia a Merate. Al Mandic abbiamo una Medicina che segue parecchi anziani. Diventa perciò importante l’attenzione a questa fascia della popolazione».

La strategia del direttore generale ha individuato per il Mandic «i suoi apici in Pneumologia e nel Difra, dipartimento di fragilità, esempio di medicina territoriale, che Regione e ministero hanno copiato per migliorare i servizi su territorio». E a cui ora si aggiunge la riabilitazione.

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