
Tentò rapina a Castione e sparò ai carabinieri dopo inseguimento sulla 36: condannato a otto anni di carcere
L’uomo era accusato di tentato omicidio, oltre che di porto abusivo di armi clandestine. La sentenza è del Tribunale di Lecco.
Bellano
È stato condannato a otto anni di reclusione in rito abbreviato Michelangelo Barbara, nato a Saronno (Varese) nel 1976 e residente a Senago (Milano), autore della tentata rapina alla filiale Crédit Agricole all’interno del centro commerciale Iperal “Le Torri” di Castione Andevenno nel novembre 2024. La sentenza è stata pronunciata ad aprile dal Tribunale di Lecco, ma se ne è avuta notizia soltanto ora. L’uomo era accusato di tentato omicidio nei confronti di due carabinieri della Stazione di Berbenno e di un agente della Squadra Volanti della Questura di Sondrio, nonché di porto abusivo di due armi clandestine, una pistola revolver e una semiautomatica.
Secondo quanto ricostruito, quel giorno Barbara aveva fatto irruzione nella banca armato e con il volto travisato. Non era riuscito a impossessarsi del denaro per via dei sistemi di sicurezza che bloccano le casse, e, vistosi scoperto, si era allontanato rapidamente senza portare a termine il colpo. Poco dopo era stato intercettato lungo la statale 38 da pattuglie di carabinieri e polizia. Ne era nato un inseguimento a tutta velocità che si era concluso nei pressi di Bellano, dove il fuggitivo aveva esploso alcuni colpi d’arma da fuoco contro le auto delle forze dell’ordine, costringendo gli agenti a rispondere. Una gazzella era stata raggiunta dai proiettili, mentre un poliziotto aveva fatto fuoco colpendo il rapinatore a una gamba nel momento in cui questi aveva puntato la pistola contro di lui.
L’uomo era stato soccorso e ricoverato in ospedale, piantonato fino alle dimissioni e quindi trasferito al carcere di Lecco, dove si trova ancora oggi. Dopo l’arresto gli erano state sequestrate le due pistole clandestine che aveva con sé, entrambe cariche e pronte all’uso, una delle quali con matricola abrasa. Il pubblico ministero aveva chiesto, considerando la riduzione prevista dal rito abbreviato, una condanna a cinque anni. Il giudice per l’udienza preliminare ha invece inflitto otto anni di reclusione, concedendo le attenuanti generiche equivalenti alle aggravanti contestate, compresa la recidiva, e riconoscendo il vincolo della continuazione. La sentenza prevede inoltre il pagamento delle spese processuali e di mantenimento in carcere, l’interdizione perpetua dai pubblici uffici e l’interdizione legale per tutta la durata dell’esecuzione della pena.
Dalla cronaca emerge che Barbara non era nuovo a episodi delittuosi: negli anni passati era stato associato a reati commessi nell’area milanese e il suo nome era stato accostato a quello della cosiddetta “banda dei Burgman”, il gruppo che nei primi anni Duemila aveva messo a segno numerose rapine con l’ausilio di scooter utilizzati per le fughe. Pur non sempre con responsabilità dirette accertate in giudizio, il suo profilo era rimasto legato a quell’ambiente criminale. La tentata rapina di Castione Andevenno e la sparatoria di Bellano hanno riportato il suo nome al centro della cronaca giudiziaria, con un epilogo che si è chiuso in tribunale con una condanna pesante, destinata a tenerlo in carcere ancora per anni.
La condanna a otto anni di reclusione inflitta ad aprile dal Tribunale di Lecco a Michelangelo Barbara non chiude i conti con la giustizia per il 48enne di Saronno residente a Senago. Il bandito deve infatti rispondere davanti al Tribunale di Sondrio della parte valtellinese dell’inchiesta, relativa alla tentata rapina alla filiale Crédit Agricole di Castione Andevenno e alla successiva fuga. I fascicoli sono stati divisi tra le due Procure: Lecco ha proceduto per prima, con rito immediato e rito abbreviato scelto dall’imputato, mentre a Sondrio il procedimento è ancora in attesa di udienza. Non è escluso che anche in questo caso Barbara chieda di beneficiare del rito abbreviato, che garantisce lo sconto di un terzo della pena.
. Video di Susanna Zambon Sparatoria in super 36, condannato a otto anni per tentato omicidio
Era la mattina del 20 novembre 2024 quando l’uomo, armato e con il volto coperto, fece irruzione nella filiale di Crédit Agricole all’interno del centro commerciale “Iperal Le Torri” di Castione Andevenno. Entrò dall’accesso esterno che dà sul parcheggio, senza attraversare la galleria dei negozi. Puntò l’arma contro l’unico dipendente presente intimandogli di consegnare il denaro, ma il tentativo risultò subito vano: allo sportello non era custodita alcuna somma e le casse temporizzate, come spiegò Dario Negri della direzione regionale di Crédit Agricole, impedirono qualsiasi possibilità di aprire i mezzi forti. Accortosi di non poter ottenere nulla, Barbara si dileguò in pochi minuti, ripreso dalle telecamere interne ed esterne. Il dipendente della banca diede subito l’allarme e sul posto intervennero i carabinieri del Nucleo Radiomobile di Sondrio con il comandante, maresciallo Raffaele Sicignano. Nessuno tra clienti e addetti dei negozi dell’Iperal si accorse di quanto accaduto: il rapinatore non era passato dalle corsie interne e non ci furono testimoni diretti della fuga. Le indagini furono affidate ai carabinieri della Compagnia di Sondrio, che visionarono le immagini e raccolsero elementi sull’accaduto.
Quella mattina l’assalto a Castione sembrò un episodio isolato, distinto dall’inseguimento culminato poche ore dopo con la sparatoria di Bellano. La procura di Sondrio, guidata da Piero Basilone, precisò che i due fatti non risultavano collegati in maniera diretta, anche se nel corso della giornata emerse che il malvivente ferito e arrestato a Bellano era lo stesso che aveva tentato la rapina. A innescare l’inseguimento non fu infatti il colpo alla banca, ma la segnalazione di un furgone con targa clonata, inserito nelle indagini sui numerosi furti commessi in quei giorni in media Valtellina.
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