Tratta Lecco-Tirano interrotta, persona cieca lasciata sola a Colico alla ricerca del bus: «Così si nega il diritto alla mobilità»

Gravi disagi per una persona cieca alla stazione di Colico, lungo la tratta ferroviaria Lecco-Tirano, dove il servizio è ora interrotto per lavori. Giovanna Gossi, pur avendo prenotato l’assistenza tramite Sala Blu di Rfi, si è vista negare ogni supporto: «Le hanno detto di arrangiarsi a trovare il bus sostitutivo», denuncia Silvano Stefanoni, presidente dell’Unione italiana ciechi e ipovedenti della Lombardia

Colico

Niente treni sulla tratta da Lecco a Tirano: tanti disagi per chi ha diverse abilità. «L’ennesima dimostrazione di quanto il diritto alla mobilità delle persone con disabilità rimanga, troppo spesso, un principio disatteso. È il caso di Giovanna Gossi, persona cieca, che pur avendo prenotato nei tempi e nei modi previsti l’assistenza prevista dal servizio Sala Blu di Rfi per il 19 giugno, si è vista negare ogni supporto alla partenza dalla stazione di Colico. La risposta ricevuta è stata sconcertante nella sua semplicità: “deve arrangiarsi” a trovare autonomamente il bus sostitutivo».

A raccontare l’episodio è Silvano Stefanoni, presidente del Consiglio regionale lombardo Unione italiana dei ciechi e degli ipovedenti . «Un simile atteggiamento non è solo inaccettabile sotto il profilo umano e morale, ma è anche incoerente con quanto dichiarato formalmente dalla stessa Rfi, la quale ha ribadito che, anche in presenza di interruzioni programmate, l’assistenza alle persone con disabilità dev’essere garantita attraverso modalità alternative - prosegue Stefanoni -. Tale principio, a quanto pare, resta lettera morta nelle stazioni meno presidiate, dove l’accessibilità viene sospesa insieme ai treni, lasciando i disabili letteralmente in balia del nulla». Difficoltà che rischiano di bloccare chi ha diverse abilità.

«È inammissibile che, nel 2025, un cittadino con disabilità visiva venga lasciato solo, senza alcun orientamento né guida, a “indovinare” quale sia il bus giusto su cui salire. È una lesione gravissima del diritto all’autonomia, alla sicurezza e alla dignità, come se la sospensione del servizio ferroviario giustificasse la sospensione dei diritti - sottolinea Stefanoni -. Chiediamo a Rfi un chiarimento immediato e soprattutto un’azione concreta e urgente per garantire che l’assistenza non venga sospesa insieme ai treni. Le persone con disabilità non sono passeggeri di serie B e non devono essere abbandonate ai margini della rete ferroviaria».

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