Addio a Claudio Redaelli, una vita fra politica e giornalismo

Esponente del Pci, fondò il Punto Stampa

Oggiono

È morto, all’età di 93 anni, Claudio Redaelli il decano dei giornalisti lecchesi. Personaggio molto conosciuto, ha trascorso la sua esistenza diviso tra l’impegno politico e quello giornalistico. Claudio Redaelli è nato a Oggiono il 21 settembre 1932. A 17 anni, nel 1949, si iscrive al Partito Comunista. È stato lui stesso a spiegarci, in un’intervista di qualche anno fa, le motivazioni di questo precoce impegno: «Per la mia scelta furono determinanti gli anni della Resistenza. Fu in quel periodo che avvenne la mia maturazione politica. Fui già molto attivo sia nelle prime elezioni del 1946 sia in quelle del 1948. La cosa non piacque al prevosto di Oggiono, don Gottifredi, che in una predica mi definì il soldato di Stalin».

Redaelli lavora sin da ragazzo in una falegnameria di Oggiono e poi a 16 anni viene assunto alle Officine Meccaniche Magnoni. È proprio in questa azienda che tiene il suo primo comizio in fabbrica, il 14 luglio del 1948. Qui resta sino al 1954 quando inizia il suo percorso dentro il Pci: è prima segretario della Federazione Giovanile Comunista Italiana e poi entra nella segreteria del Pci di Lecco con responsabilità organizzative. Nel 1970 avviene la grande svolta e Redaelli va a lavorare a Milano al quotidiano l’Unità, organo del Pci, dove erano occupate 1350 persone. Allora l’Unità era un quotidiano di grandi tirature, basti dire che la domenica si vendevano un milione di copie e solo a Lecco le copie vendute erano duemila. In quegli anni Redaelli si occupava, come giornalista, dei territori di Lecco, Bergamo, Sondrio e del Canton Ticino, e inoltre organizzava la distribuzione e curava i rapporti con le federazioni del partito. Grazie a questi incarichi compie viaggi in Unione Sovietica, nelle Repubbliche baltiche e in Kazakistan, e girò mezza Italia. Una vita, quella di Redaelli, che gli ha permesso di conoscere e frequentare i rappresentanti più significativi del comunismo italiano, da Palmiro Togliatti a Enrico Berlinguer, da Antonio Tatò a Davide Lajolo, sino a Emanuele Macaluso e Giovanni Cervetti. Questo impegno politico aveva trovato concretizzazione anche dalle nostre parti.

Redaelli è stato consigliere provinciale dal 1964 al 1980, candidato alla camera dei deputati nel 1963, vice presidente dell’Ospedale di Lecco, nonché vicepresidente della Comunità Montana del Lario Orientale nel 1970. Lasciata l’Unità nel 1971, ha continuato ad occuparsi di politica ed ha fondato “Il Punto Stampa”, un periodico nato nel 1981e che ha continuato ad uscire sino al 2015 per poi passare alla versione online. Redaelli è stato anche editore. Dei trentatré volumi usciti in questi anni si devono ricordare per il loro successo: “L’Adda il nostro fiume” di Pietro Pensa, “Salute e sicurezza in montagna” di Vasco Cocchi e “Pietre di fede. Chiese e campanili della città di Lecco”, di Angelo Sala. Un’altra caratteristica che lo ha sempre contraddistinto è stato il suo continuo dialogo con i cattolici. Non a caso ha conosciuto e frequentato sacerdoti come padre David Maria Turoldo, Camillo De Piaz e monsignor Luigi Stucchi ed ha apprezzato e seguito il magistero di due arcivescovi di Milano come Carlo Maria Martini e Dionigi Tettamanzi. I funerali di Claudio Redaelli si terranno lunedì 13 ottobre alle ore 10.30 nella chiesa parrocchiale di Oggiono.

È morto Claudio Redaelli, figura di spicco del giornalismo, della cultura e dell’impegno civile lecchese. Nato il 21 settembre 1932, Redaelli ha attraversato oltre mezzo secolo di storia politica e sociale, distinguendosi per coerenza, rigore e passione.

Giunto a Lecco nel 1948, sedicenne, per partecipare al primo congresso della Federazione lecchese del PCI, legò da allora la sua vita alla città e al territorio lombardo. La sua formazione politica e morale affondava però le radici negli anni difficili del dopoguerra, quando – ancora giovanissimo – si avvicinò agli ideali della Resistenza, maturando una profonda sensibilità antifascista che avrebbe ispirato tutto il suo impegno successivo.

Fu consigliere comunale a Oggiono, consigliere provinciale di Como per tre mandati e vicepresidente dell’ospedale di Lecco dal 1963 al 1981. Parallelamente, si affermò come giornalista e direttore del periodico Il Punto Stampa, da lui fondato e guidato per oltre trent’anni, prima in formato cartaceo e poi online, divenuto un punto di riferimento dell’informazione libera e indipendente nel territorio lecchese.

Nell’editoria, firmò e curò numerose opere dedicate alla memoria e all’identità del territorio, tra cui la trilogia L’Adda, il nostro fiume e le pubblicazioni realizzate con le Edizioni San Martino e la Cbrs. .

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