Caleotto, il PD attacca Lega e Forza Italia: «Basta allarmismi, i dati parlano chiaro»

Il Partito Democratico di Lecco difende il progetto del Polo energetico del Caleotto dopo la conferenza di Acinque e Silea, definendo «infondate» le critiche del centrodestra. «Non è un mostro ambientale ma una soluzione per la decarbonizzazione del territorio»

Lecco

Il Partito Democratico di Lecco interviene nel dibattito sul Polo energetico del Caleotto dopo la conferenza stampa congiunta di Acinque e Silea, definendo «infondate» le critiche sollevate nelle ultime settimane da Lega e Forza Italia.

Secondo il PD, i dati presentati dalle due società «spazzano via in poche ore due settimane di polemiche e disinformazione».

Nel comunicato diffuso dal partito si sottolinea che il sistema di teleriscaldamento è progettato per servire circa 20.000 cittadini, con una riduzione stimata di 700.000 tonnellate di CO₂ nell’intero ciclo di vita, grazie al recupero di calore dal termovalorizzatore di Valmadrera e dall’acciaieria del Caleotto. Un risultato paragonabile, si legge, «alla piantumazione di 500 mila alberi».

Il PD richiama inoltre gli studi tecnici secondo cui le emissioni previste non avranno impatti significativi né sull’ambiente né sulla salute pubblica. Regione Lombardia, dopo aver acquisito i pareri di ARPA, Vigili del Fuoco, Comune e Provincia di Lecco, ha deciso di non richiedere la Valutazione di Impatto Ambientale, consentendo così la prosecuzione dell’iter autorizzativo avviato nel 2023.

Il comunicato precisa che il progetto prevede anche una caldaia di riserva, destinata a entrare in funzione solo in casi eccezionali, sostituendo centinaia di impianti domestici e riducendo le emissioni complessive di polveri sottili. Le emissioni dei camini, alti 25 metri per favorire la dispersione degli inquinanti, sarebbero comparabili a quelle di una normale caldaia a gas. L’impianto, aggiunge il PD, sarà sottoposto a monitoraggio costante da parte di ARPA.

Il partito accusa Lega e Forza Italia di aver diffuso «affermazioni allarmistiche e prive di fondamento» su presunti rischi ambientali e sanitari, definendole «strumentalizzazioni politiche».

Nel comunicato si evidenzia anche la «contraddizione» tra la raccolta firme promossa dal centrodestra per un referendum – che, secondo il PD, «non è ammesso dalla normativa vigente» – e il ruolo della Provincia di Lecco, amministrata dalla Lega, che è l’ente competente al rilascio delle autorizzazioni.

«Il Polo del Caleotto non è un mostro ambientale, ma una soluzione concreta per la decarbonizzazione del territorio» – conclude la nota democratica –. «Le accuse avanzate finora sono smentite dai dati e dalle verifiche degli enti competenti. Serve un confronto basato su fatti e competenze, non sulla paura».

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