Cassa integrazione in crescita nelle due province: Sondrio +39%, Lecco +28%
«La crescita della Cig, soprattutto straordinaria, segnala tensioni nella manifattura e rischi per l’occupazione nei prossimi mesi»
Lecco - Sondrio
Cresce in modo consistente in tutta Italia il ricorso alla cassa integrazione, segnalando le difficoltà che attraversano diversi settori produttivi, in particolare la manifattura, e la provincia di Sondrio non fa eccezione. Anzi, con un +39% nel primo semestre 2025, fa peggio della media nazionale e anche di quella lombarda.
Secondo le elaborazioni dell’Ufficio studi della Cgia di Mestre, le ore complessive di Cig autorizzate nel Paese sono salite a 305,5 milioni, con un incremento del 21,8% rispetto allo stesso periodo del 2024. Un segnale d’allarme che contrasta con i dati positivi sull’occupazione, considerando che negli ultimi tre anni di governo Meloni gli occupati sono cresciuti di un milione di unità, raggiungendo ad agosto quota 24,1 milioni (record storico toccato a luglio con 24,2 milioni). Numeri che, però, nascondono fragilità strutturali, a partire dalla bassa produttività, dagli stipendi stagnanti e da un tasso di occupazione femminile tra i più bassi in Europa.
Anche la provincia di Sondrio mostra un aumento significativo del ricorso agli ammortizzatori sociali: tra gennaio e giugno 2025, le ore autorizzate di cassa integrazione sono state 562.426, contro le 404.689 del primo semestre 2024. L’incremento in valore assoluto è di 157.737 ore, pari a un +39%. Un dato che colloca la Valtellina in una posizione intermedia nella graduatoria lombarda, ma che evidenzia un peggioramento rispetto alla media regionale (+17,9%) e nazionale (+21,8%).
«L’aumento della Cig, soprattutto straordinaria, è un indicatore che anticipa le tensioni nei comparti manifatturieri – spiegano dall’Ufficio studi della Cgia –. Il settore auto, la metallurgia e le macchine meccaniche sono tra i più colpiti, e la contrazione della produzione rischia di trascinarsi anche nei prossimi mesi se non verranno messi a terra rapidamente i fondi del Pnrr».
Situazione simile, ma su volumi decisamente maggiori, anche per la provincia di Lecco, dove la cassa integrazione è passata da 1,76 milioni di ore nel primo semestre 2024 a 2,25 milioni nel 2025, con un incremento di 489.668 ore pari al +27,8%. Il dato lecchese riflette la maggiore esposizione del territorio ai settori della meccanica e della metallurgia, comparti che a livello nazionale hanno fatto segnare balzi rispettivamente del +12,5% e +56,7% nelle ore di Cig straordinaria.
Nel complesso la Lombardia ha totalizzato nel semestre 56 milioni di ore autorizzate, in aumento del 17,9% rispetto ai 47,5 milioni dell’anno precedente. A trainare l’aumento sono in particolare le province del Nord-Ovest, dove la crisi dell’automotive ha colpito duramente: il Piemonte guida la classifica con un +33,3% di ore autorizzate.
A livello provinciale, le situazioni più critiche si registrano a Campobasso (+373%), Cuneo (+347%) e Asti (+289%), mentre in controtendenza spiccano realtà come Oristano (-74%), Nuoro (-75,6%) e Crotone (-87,8%).
L’Ufficio studi della Cgia sottolinea che, nonostante l’aumento dell’occupazione, la produttività italiana resta sostanzialmente ferma. La crescita economica, negli ultimi tre anni, è rimasta sotto l’1%, e questo impedisce agli stipendi di adeguarsi al costo della vita. La Cig straordinaria, cresciuta del 46,4% rispetto al 2024, è l’indicatore più allarmante: dietro di essa si celano processi di ristrutturazione e crisi aziendali che, se non contenute, potrebbero trasformarsi in perdita effettiva di posti di lavoro.
Con una produzione industriale ancora debole e tensioni geopolitiche che pesano sulle catene di fornitura, l’Italia rischia di seguire il percorso già intrapreso da Germania e Francia, dove l’industria manifatturiera mostra segni di forte rallentamento. Per evitare una nuova crisi, la Cgia richiama l’urgenza di utilizzare in modo efficiente i fondi del Pnrr, che entro giugno 2026 dovranno essere spesi per sostenere investimenti e innovazione.
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