
Cronaca / Lecco città
Martedì 20 Maggio 2025
Il Comune di Lecco apre al Nameless al Bione, partito il confronto con le società sportive
Un’ipotesi ancora in fase esplorativa, ma parzialmente tratteggiata. L’opzione lunedì sera è stata presentata in un incontro convocato da Palazzo Bovara con la partecipazione del patron del festival, Alberto Fumagalli
Lecco
Il Comune di Lecco apre al Nameless al Bione, partendo da un confronto con le società sportive. Un’ipotesi ancora in fase esplorativa, ma parzialmente tratteggiata: l’evento musicale, che quest’anno si svolgerà per l’ultima volta alla Poncia di Annone, potrebbe infatti trasferirsi dal 2026 al Bione, per cinque anni. Un’opzione – ancora in una fase embrionale - che lunedì sera è stata presentata a tutte le società sportive che utilizzano l’impianto, in un incontro convocato da Palazzo Bovara con la partecipazione del patron del festival, Alberto Fumagalli, e del gestore del centro, Sport Plus Ssd (gruppo In Sport).
Non sarebbe la prima volta che il Comune si confronta con Fumagalli su questa possibilità. Ora però la proposta entra in una fase più concreta, anche se ben lontana da una decisione definitiva. Ecco perché si è voluto coinvolgere da subito chi il centro sportivo lo vive ogni giorno: dal Rugby Lecco all’Atletica Lecco, dalla Pallavolo Picco alla Rovinata, fino alla Calcio Lecco, ma anche pallanuoto, basket, nuoto e molte altre discipline, garantendo così un quadro ampio e variegato delle esigenze sportive cittadine.
Obiettivo dell’incontro: ascoltare i principali utenti degli spazi sportivi per comprendere quali possibili interferenze potrebbero sorgere, soprattutto in relazione alle date e alla durata dell’evento. In particolare, la stagione sportiva di alcune discipline come l’atletica, che inizia a maggio, potrebbe subire alcuni impatti, così come la programmazione di alcune squadre – il rugby, ad esempio -in vista dei playoff. C’è poi il tema della manutenzione: le strutture dovranno essere restituite in perfette condizioni, senza provocare lunghi stop alle attività. Le società hanno chiesto garanzie precise sulle tempistiche di allestimento e disallestimento, per evitare periodi troppo lunghi di inattività e mantenere la continuità delle attività sportive. Altro tema cruciale è quello dell’accesso e della sicurezza, con particolare attenzione agli aspetti viabilistici e di gestione del traffico nei giorni di svolgimento dell’evento.
Le società coinvolte hanno mostrato grande interesse per l’opportunità che l’evento potrebbe rappresentare. Non sono mancati momenti di scambio su eventuali sovrapposizioni con eventi storici già consolidati all’interno del centro, soprattutto nelle prime settimane di giugno, che potrebbero richiedere un’attenta valutazione di possibili alternative. Il confronto, condotto anche con il supporto di rappresentanti istituzionali, avrebbe avuto un taglio molto pragmatico, senza entrare ancora nel dettaglio delle planimetrie o degli spazi da destinare all’evento, che rimangono in fase di definizione.
Tra gli elementi più interessanti emersi, oltre alla durata quinquennale ipotizzata per l’evento, c’è la possibilità che alcune infrastrutture vengano utilizzate in maniera “ibrida”: ad esempio spogliatoi che potrebbero temporaneamente trasformarsi in camerini, ma sempre con la garanzia di tornare alla loro funzione originaria. La prudenza resta la parola d’ordine di tutte le parti coinvolte, consapevoli che si tratta di un passo importante che deve essere valutato con attenzione per bilanciare le opportunità di valorizzazione del territorio e delle strutture con il rispetto delle esigenze di chi quotidianamente frequenta il centro sportivo. Il confronto con le società è stato definito “costruttivo” e proseguirà nei prossimi mesi. Il Comune parrebbe avere l’intenzione di allargare la discussione anche ad altri interlocutori, come commercianti, prefettura e forze dell’ordine, per valutare sicurezza, impatto ambientale, rumore e mobilità. Intanto le società sportive restano vigili, tra apertura e prudenza, consapevoli che la scommessa del Nameless al Bione potrebbe davvero valorizzare Lecco a tutto tondo, se condivisa e ben gestita.
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