
Cronaca / Lecco città
Mercoledì 17 Settembre 2025
Interdittiva antimafia per due imprese di Lecco e Annone di Brianza
Il prefetto Paolo Ponta ha disposto due provvedimenti contro una società lecchese e un’impresa brianzola per rischio di infiltrazioni legate alla ’ndrangheta.
Il prefetto di Lecco, Paolo Ponta, ha firmato questa mattina due provvedimenti di interdittiva antimafia nei confronti di un’impresa con sede legale a Lecco, attiva nella riparazione e manutenzione di macchine utensili, e di un’impresa individuale di Annone di Brianza operante nel settore degli impianti di riscaldamento. I provvedimenti sono stati adottati al termine di una complessa istruttoria svolta con il supporto del Gruppo Interforze Antimafia, che ha fatto emergere elementi indiziari di un rischio concreto di infiltrazione da parte della criminalità organizzata di matrice ‘ndranghetista, sulla base di precedenti di polizia e di contiguità con ambienti malavitosi.
“L’azione del Gruppo Interforze Antimafia – ha dichiarato il prefetto – prosegue con la massima determinazione e professionalità per contrastare e prevenire le infiltrazioni criminali, tutelando l’economia legale e gli imprenditori onesti”.
Non si tratta di un episodio isolato. Negli ultimi anni la Prefettura di Lecco ha più volte fatto ricorso a questo strumento di prevenzione. Nel 2020 furono emessi sette provvedimenti interdittivi, concentrati soprattutto nel settore del turismo e della ristorazione, ambiti nei quali le verifiche misero in luce collegamenti sospetti tra operatori economici e soggetti già noti per precedenti giudiziari. Tre anni più tardi, nel 2023, il numero delle interdittive salì a dodici in un solo anno, portando a ventotto il totale dei provvedimenti adottati nel triennio. I settori coinvolti erano tra i più diversi: dalla ristorazione al commercio di autoveicoli, dal noleggio con conducente al commercio di materiali ferrosi e alla riparazione di macchinari. Nell’ottobre dello stesso anno la Prefettura dispose inoltre quattro nuove interdittive contro attività commerciali in vari comuni della provincia; in uno di questi casi venne avviata una misura di “prevenzione collaborativa”, che impose all’impresa prescrizioni organizzative per ridurre il rischio di condizionamenti mafiosi.
© RIPRODUZIONE RISERVATA