Isola Viscontea: intreccio di progetti, abbandoni e tentativi di rilancio

Nata dallo sviluppo del ponte Azzone Visconti, ha vissuto secoli di trasformazioni

Lecco

Si colloca tra il 2011 e il 2014 l’ultimo capitolo della lunga storia dell’isola viscontea fino a quest’ultima vendita. In quegli anni, in particolare, il sito era tornato a vivere grazie all’entusiasmo e all’impegno dei volontari di Appello per Lecco. In quei mesi il gruppo coordinato da Corrado Valsecchi ha accompagnato alla scoperta dell’affascinante isolotto e dei suoi angoli nascosti oltre 35mila persone. La vicenda si era poi conclusa a seguito di polemiche con la proprietà. Da quel momento, sull’isola era calato il silenzio fino alla comparsa del primo annuncio di vendita nel novembre 2018. Nei decenni precedenti, in realtà, sono stati altri i tentativi di restituire un futuro stabile e luminoso alla perla dell’Adda. Il parco Adda Nord aveva ipotizzato di installare lì una base di approdo nell’ambito di un progetto di navigazione del fiume poi tramontato per mancanza di risorse. Nel 1973, invece, l’isola era stata il palcoscenico di un servizio fotografico poi pubblicato su un settimanale molto diffuso come “Sorrisi e canzoni”.

Risale invece al 1967 un altro progetto di valorizzazione turistica, firmato dall’architetto Silvio Delsante, approvato dal Comune ma poi abbandonato. Solo nei prossimi mesi si capirà se questo nuovo tentativo di rinascita di questo prezioso frammento di storia locale andrà a buon fine. La nascita dell’isola viscontea è strettamente legata al vicino ponte Azzone Visconti. Durante il XV secolo, in più fasi, il viadotto fu allungato con l’aggiunta di tre arcate alle otto già esistenti. L’operazione mirava a impedire le periodiche esondazioni del lago e portò alla creazione di un accumulo di detriti a circa una decina di metri dal lungolago di Pescarenico. Le prime mappe che ritraggono l’isola, benché senza l’abitazione, risalgono al 1723 e al 1753, successivamente alla ridefinizione dei confini lungo l’Adda tra il ducato di Milano, conquistato dagli Asburgo con la pace di Utrecht del 1713, e la repubblica di Venezia. Originariamente l’isola veniva utilizzata come un fortino di difesa e come presidio militare, per poi essere trasformata in una casa di pescatori. L’unico edificio presente è stato abitato fino al 1956 quando gli ex proprietari si videro negare il permesso di realizzare un ponte che collegasse l’isolotto alla terra ferma, e per questo motivo la abbandonarono. L’isola viscontea dispone di un giardino di 1500 metri quadri e una casa attualmente da 146 metri quadri con 9 locali, due bagni e tre camere. Il fabbricato, in realtà, potrebbe arrivare anche a 250 metri quadri.

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