Lecco diventa ufficialmente comune montano: svolta storica

La riclassificazione porterà benefici concreti, ma impone una riflessione sulla futura governance territoriale e sulla ripartizione dei fondi regionali.

Lecco

Lecco diventa comune di Montagna. Legalmente, intendiamoci. Perché nel “sentiment” dei suoi cittadini lo è sempre stato. Tanto che sia il Cai, che i Ragni, e tante istituzioni hanno sempre reso onore al fatto che a Lecco si respiri da sempre “aria” di Montagna. Lo stesso Comune, con iniziative come “Lecco ama la montagna” e un’attenzione particolare a quel che circonda il centro cittadino, ha sempre speso più energie nel valorizzare quello che sta “a monte”, più di quello che sta “a valle”, anzi a lago, del proprio territorio.

Ora con l’entrata in vigore della Legge n. 131/2025, che introduce nuove misure per lo sviluppo e la valorizzazione delle aree montane, prende forma anche la nuova riclassificazione dei comuni montani. E la nuova classificazione riconosce anche legalmente questa definizione accanto al nome del capoluogo Lecco. A darne notizia è il consigliere regionale e presidente della Commissione Montagna Giacomo Zamperini che parla di criteri adottati «chiari e oggettivi: un Comune è considerato montano se almeno il 25% della superficie è sopra i 600 metri e il 30% presenta una pendenza superiore al 20%; in alternativa, è sufficiente un’altimetria media superiore ai 500 metri; un terzo criterio consente il riconoscimento anche ai comuni con altimetria inferiore, purché interamente circondati da territori montani secondo i primi due parametri».

«Lecco – spiega soddisfatto Zamperini – entra finalmente nell’elenco dei comuni montani, com’è giusto che sia. Un riconoscimento della peculiarità unica della nostra città avvolta da lago e monti. Ciò porterà vantaggi concreti alla città capoluogo, assieme a tutto il nostro territorio. Ora spetta a Regione Lombardia definire le modalità per prendere atto della nuova normativa nazionale, aggiornando le leggi regionali e le strategie di governance. Lecco potrà essere inserita in una Comunità montana esistente, penso ovviamente a quella del Lario Orientale e Valle San Martino, alla quale già oggi il Comune si appoggia per servizi essenziali come l’Antincendio Boschivo, oppure potranno essere fatti altri ragionamenti».

Tra questi lasciare anche isolato il comune capoluogo, che potrebbe avere una “dignità montanara” singola, oppure accorpare le Comunità montane Valsassina e del Lario Orientale. Tutto è possibile o, meglio, di prossima discussione. E il perché è chiaro: parallelamente al riconoscimento di Lecco comune montano, la nuova riclassificazione comporta la perdita di questo status a qualche amministrazione dalla Comunità montana Lario Orientale e Valle San Martino, con effetti rilevanti sull’assetto territoriale. «Ci troviamo di fronte a delle Comunità montane che si dovranno rimodellare sulla base di scelte prese assieme, senza che nessun territorio resti solo e nessuno progetto avviato resti incompiuto – sottolinea Zamperini che si chiede – È quindi legittimo porsi una domanda politica e amministrativa: ha ancora senso mantenere due Comunità montane nel Lecchese o non sarebbe più razionale ed efficace avviare una riflessione seria su una possibile unificazione?».

Fatto sta che nella Comunità montana Lario Orientale e Valle San Martino restano solo Abbadia Lariana, Ballabio, Carenno, Cesana Brianza, Civate, Colle Brianza, Erve, Galbiate, Lierna, Mandello del Lario, Oliveto Lario, Valmadrera. I Comuni che non saranno più classificati come montani: Vercurago, Valgreghentino, Suello, Pescate, Calolziocorte, Ello, Garlate, Malgrate, Monte Marenzo, Olginate. Il che è un argomento di prossima discussione in sede regionale. Che fine faranno i fondi della Comunità montana che aiutavano queste municipalità in tanti progetti?

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