
Cronaca / Lecco città
Martedì 13 Aprile 2021
Lecco. «Filiera alimentare in crisi
Ora bisogna riaprire i locali»
La categoria di Confartigianato sollecita misure per riprendere l’attività
La sofferenza dei settori più colpiti dalle chiusure inizia ad essere economicamente insopportabile.
A scendere in campo sono ora anche gli alimentaristi di Confartigianato, che chiedono di avviare subito i ragionamenti necessari a gettare le basi per riaprire in sicurezza le attività di ristorazione con allungamento degli orari e la rapida definizione di una road map per far ripartire il settore eventi, il quale si trova di fronte al rischio di veder andare in fumo quasi due anni di fatturato.
«L’evidenza epidemiologica mostra che bar e ristoranti e il resto delle attività di ristorazione non alimentano la diffusione dei contagi ma sono tra le più penalizzate tra aperture ad intermittenza e ristori largamente insufficienti».
È su questo elemento che gli operatori vogliono fare leva, sollecitando ogni sforzo per dare certezze ad un comparto rilevante per l’intera filiera agroalimentare, che esprime 4 milioni di posti di lavoro in Italia e 6.400 nel Lecchese, di cui 1.276 nell’artigianato. Anche un solo mese di chiusura determina un consistente calo dell’attività mettendo a rischio la sopravvivenza di molte imprese.
Determinante, per uscire dall’emergenza, sarà l’andamento della campagna vaccinale, che le autorità continuano a ribadire di voler potenziare e accelerare il più possibile. Con l’auspicato avvicinarsi dell’immunità di gregge Confartigianato, con Cna e Casartigiani, chiede al Governo di «consentire alle attività di ristorazione nelle zone gialle di riprendere l’attività anche durante le ore serali definendo un rigoroso assetto di regole per garantire la sicurezza».
Le imprese artigiane del settore hanno elaborato un’aggiunta rispetto alle misure in vigore che hanno dimostrato di essere pienamente efficaci: distanziamento dei posti, limitazione degli accessi e registrazione dei clienti. Ristoranti, bar, gelaterie, pasticcerie hanno adeguato le proprie attività alle regole dei protocolli e hanno sperimentato un modello virtuoso.
Si richiede inoltre il prolungamento dell’orario di apertura delle attività di ristorazione fino alle 23, prevedendo il vincolo di consumo al tavolo (previo accesso al locale entro le 21) e l’obbligo di prenotazione, con la quale fornire una serie di informazioni. Infine, auspicano l’avvio di una discussione relativa alle cerimonie.
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