Lecco, lavori al ponte Kennedy: viabilità ridotta

Restringimento carreggiata fino al 2026 per il teleriscaldamento. Problemi strutturali richiedono consolidamento da due milioni con incognite su finanziamenti e viabilità.

Lecco

Stanno per entrare nel vivo i lavori di posa della rete del teleriscaldamento sul ponte Kennedy tra Lecco e Malgrate. Come spiegato in una nota da Acinque energy greenway, da venerdì scorso sul viadotto è stato introdotto un restringimento della carreggiata al fine di consentire lo sviluppo del cantiere su tutta la lunghezza del marciapiede nord, mantenendo al contempo il doppio senso di marcia per i veicoli. In aggiunta, è stata chiusa la corsia di immissione al ponte per chi arriva da Malgrate, che pertanto dovrà obbligatoriamente passare per la rotonda per entrare a Lecco.

Questi provvedimenti dovrebbero rimanere in vigore fino al 31 gennaio 2026, salvo conclusione anticipata del cantiere. In attesa dell’arrivo dei tubi, rimane incerto il futuro del ponte Kennedy. Durante l’ultimo incontro sui ponti lecchesi alla Piccola, l’ingegnere Alessandro Crippa, dirigente dell’area sviluppo e territorio di palazzo Bovara, ha ribadito che, in base alle perizie di cui il Comune di Lecco è in possesso dal 2021, il ponte presenta dei problemi strutturali tali per cui il suo «assetto ideale» sarebbe quello a due corsie, una per senso di marcia, invece delle attuali tre. Il Comune, proprietario della struttura ultimata nel 1955, ha già espresso l’intenzione di intervenire, ma attende risposte in merito ad un eventuale coinvolgimento, anche economico, di Regione Lombardia e Anas nello sviluppo di un intervento di consolidamento strutturale che dovrebbe valere almeno due milioni di euro.

Da più parti è stata ribadita la necessità di mantenere a tre corsie quel viadotto, di fatto unica porta di ingresso e uscita dalla città quando la statale 36 si blocca per incidenti non così rari. Durante la già citata serata alla Piccola, però, è apparso evidente come questa questione, seppur delicata, sia solo un tassello del più ampio dibattito in corso da mesi su come dovrebbe essere regolata la circolazione sui ponti di Lecco. La questione, infatti, non è solo capire chi finanzierà il consolidamento strutturale di cui il Kennedy ha bisogno, ma anche poi decidere se le tre corsie rimarranno due in ingresso a Lecco e una in uscita oppure se saranno invertite. Dalla definizione di questo aspetto dipende, tra l’altro, lo sviluppo della riqualificazione della rotonda di Malgrate, fondamentale anche solo per modificare l’immissione di chi arriva dal lungolago malgratese, oggi molto pericolosa.

La definizione di come sarà regolata la viabilità sul Kennedy, però, dipende a sua volta dalle scelte che verranno prese per quanto riguarda la circolazione sul ponte Vecchio e soprattutto sul nuovo quarto ponte, rispetto al quale il Comune di Lecco chiede da tempo la realizzazione di quell’adeguamento dello svincolo di Pescate fondamentale per rendere il viadotto percorribile in entrambi i sensi di marcia. Anche qualora, come annunciato da Regione durante la serata della Piccola, l’intervento fosse inserito nel contratto di programma tra Anas e ministero, il prossimo gennaio, è impossibile dire quanto tempo servirà per trovare i 18 milioni di euro necessari e poi per realizzare i lavori. Quest’incertezza, a cascata, blocca per ora l’avanzamento di un dibattito che vede di fatto contrapposti Comune di Lecco da un lato e Provincia e Regione dall’altro.

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