
Mafia presente ma silente: le mani delle cosche su Lecco e Sondrio
Nella relazione annuale della Dia segnali concreti di infiltrazioni da parte della criminalità organizzata, in particolare della ’ndrangheta calabrese
Lecco
Nelle province di Lecco e Sondrio, territori apparentemente estranei alle tradizionali dinamiche mafiose, la Direzione Investigativa Antimafia (DIA) ha rilevato nel 2024 segnali concreti di infiltrazioni da parte della criminalità organizzata, in particolare della ’ndrangheta calabrese. Lo dimostrano i dati della relazione annuale illustrata dal direttore Michele Carbone e presentata ufficialmente il 27 maggio 2025 a Roma.
Lecco: obiettivo infiltrare i cantieri olimpici
A Lecco, l’attenzione della DIA si è concentrata su una delle opere strategiche per le Olimpiadi Invernali Milano-Cortina 2026: la galleria Monte Piazzo, sulla Statale 36 tra Dorio e Colico. In un’operazione condotta nel maggio 2025, gli investigatori hanno effettuato un controllo approfondito sul cantiere, identificando 24 lavoratori, verificando la regolarità di 22 mezzi e ispezionando 4 aziende coinvolte. L’obiettivo era chiaro: prevenire l’infiltrazione della ‘ndrangheta nei subappalti e nel sistema degli appalti pubblici.
Parallelamente, il tessuto economico della provincia mostra segnali di vulnerabilità. Le interdittive antimafia emesse dalla Prefettura hanno colpito aziende locali attive nei settori del movimento terra e delle costruzioni, sospettate di essere collegate a soggetti contigui alla criminalità organizzata calabrese. La ’ndrangheta si conferma presente, anche se adotta un profilo basso, con meccanismi di mimetizzazione nei circuiti dell’economia legale.
Sondrio: traffici illeciti e interdittive nei cantieri
In Valtellina, la DIA ha colpito un’organizzazione criminale dedita al traffico di droga con l’operazione “Restart 2024”. L’inchiesta ha portato all’arresto di 10 persone e all’esecuzione di 23 perquisizioni domiciliari, disarticolando una rete di spaccio radicata nella provincia di Sondrio e collegata a canali di approvvigionamento nazionali ed esteri.
Anche qui, le infiltrazioni mafiose hanno tentato di insinuarsi nei cantieri olimpici. Un caso emblematico è quello di un parcheggio interrato a Livigno finanziato con fondi pubblici: la Prefettura ha emesso un provvedimento interdittivo contro l’impresa appaltatrice, riconducibile a soggetti in rapporto con cosche calabresi delle province di Crotone, Catanzaro e Reggio Calabria.
Una mafia che cambia volto
Il quadro delineato dalla DIA conferma che le mafie, e in particolare la ’ndrangheta, hanno abbandonato la violenza plateale per optare per una strategia più sofisticata: infiltrare l’economia, condizionare il mercato, trarre profitto da grandi eventi e fondi pubblici. A Lecco e Sondrio, questa presenza è silente, ma reale.
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