Nuovo asilo nido di Bonacina, a gennaio ripartono i lavori

Il cantiere riapre dopo cinque mesi di stop. Extra costi per 130mila euro. L’opera, finanziata anche con fondi Pnrr, dovrà essere ultimata entro giugno 2026.

Lecco

Dovrebbero ripartire nella seconda metà di gennaio i lavori per la realizzazione del nuovo asilo nido comunale a Bonacina. «Dopo aver inizialmente intrapreso la risoluzione per inadempienza – spiega l’assessore ai Lavori pubblici Maria Sacchi in un comunicato – abbiamo chiuso un accordo bonario con il consorzio che si era aggiudicato la gara di Invitalia. Abbiamo poi approvato il progetto stralcio di modo da poter procedere con l’iter amministrativo per il nuovo affidamento. La gara sarà pubblicata tra fine anno e inizio gennaio, al fine di poter poi avviare i lavori da metà gennaio. Ringrazio i funzionari che hanno lavorato perché si possa ottimizzare il tempo e rispettare le tempistiche che ad oggi prevedono la rendicontazione entro il 30 giugno 2026». Secondo la delibera di giunta del 23 dicembre, il quadro economico complessivo dell’opera è salito da 1.7 milioni a 1.83 milioni di euro; pertanto gli extra – costi a carico delle casse comunali ammontano a circa 130 mila euro.

L’intervento gode di due distinti finanziamenti, uno da circa un milione di euro del Pnrr e uno da circa 260mila euro dal Gestore dei servizi energetici. Il rispetto del termine del 30 giugno per la rendicontazione è fondamentale per non perdere i fondi. Sarà direttamente il Comune ad indire la nuova gara d’appalto e non più Invitalia, ovvero l’ente che, in base alla normativa nazionale, aveva gestito la prima procedura aggiudicando l’appalto a Unyon consorzio stabile scarl, poi rivelatosi non in grado di completare l’opera. Il nuovo progetto è redatto dallo stesso team di professionisti, guidato dall’architetto Emanuele Tanzi, che nel 2023 aveva sviluppato il primo progetto per la struttura che sorgerà in via Timavo, lì dove prima c’era la scuola primaria Filzi.

Il punto di partenza sono chiaramente i lavori eseguiti fino ad ora, pari a circa il 40% del totale nonostante in origine il cantiere dovesse essere ultimato entro gennaio 2025. Alcune parti dell’edificio, peraltro, sono state realizzate in maniera errata e pertanto dovranno essere demolite. Nella loro relazione, inoltre, gli architetti rilevano la necessità di eseguire un trattamento antibatterico sui muri per eliminare alcuni segni di degrado superficiale derivanti dalla lunga esposizione agli agenti atmosferici durante i mesi in cui il cantiere è stato fermo. Di contro, viene accolto il suggerimento delle insegnanti rispetto all’utilizzo di porte con componenti in vetro per le aule.

Rimane invece da chiarire il destino degli interventi che gli architetti classificano come «opzionali», ovvero se questi verranno svolti entro giugno 2026 oppure in un momento successivo. Di questo elenco fanno parte: la posa dell’impianto di climatizzazione estiva, rispetto al quale si prevedono per ora solo le predisposizioni; la sistemazione della proprietà confinante, «manomessa durante la prima parte dei lavori eseguiti»; la sistemazione della cancellata metallica e del giardino. Un aspetto, quello del giardino, non di poco conto anche perché, a seguito della conferenza dei servizi relativa al primo progetto e della consulenza di un agronomo, si era deciso di sostituire i cinque platani presenti nel sito con altri tipi di alberi per gestire al meglio i rischi legati sia all’impatto delle attività di scavo sulle radici delle piante sia alla malattia del “cancro colorato del platano”.

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