
Cronaca / Lecco città
Venerdì 19 Settembre 2025
Processo alle Iene per il caso Gilardi: la sentenza a fine novembre
Il Tribunale di Lecco si esprimerà a novembre sulla vicenda che vede imputate Nina Palmieri e Carlotta Bizzarri per i servizi sul caso Gilardi.
Lecco
Probabile sentenza a fine novembre per il caso Iene. Oggi si sono concluse le difese degli imputati, le giornaliste Nina Palmieri e Carlotta Bizzarri, inviate del popolare programma Mediaset, e Brahim El Mazoury, ex badante di Carlo Gilardi, il docente e benefattore di Airuno, morto a 92 anni nell’ottobre 2023, accusati davanti al giudice Gianluca Piantadosi di diffamazione nei confronti dell’avvocata Elena Barra. Nei loro confronti pende la richiesta di condanna a un mese di reclusione, già formulata dal pubblico ministero Chiara Stoppioni, in merito alle considerazioni espresse durante i servizi televisivi andati in onda su Italia 1. Per la rappresentante della pubblica accusa, queste dichiarazioni sarebbero state «volte a fare credere al pubblico in modo non veritiero oltre che fazioso, che l’avvocata Elena Barra, amministratrice di sostegno dell’ex docente del Parini di Lecco, avesse posto in essere condotte lesive degli interessi e della persona del proprio amministrato». Secondo la difesa, invece, i contenuti dei servizi televisivi erano aderenti alla realtà, ossia al fatto che Gilardi era stato prelevato forzatamente dalla sua abitazione per essere portato in una Rsa contro la sua volontà.
«Le giornaliste hanno fatto il loro lavoro con rigore, mantenendo la schiena dritta», è stata la tesi sostenuta dai legali che hanno preso lungamente la parola ieri, gli avvocati Federico Giusti e Stefano Toniolo, che assistono le due giornaliste. «In molti processi di diffamazione, è la prima volta che mi capita di assistere a un capo di imputazione così generico; al caso sono state dedicate ore di servizi e non vengono nemmeno indicate tutte le frasi che si ritiene abbiano avuto contenuto diffamatorio», ha detto l’avvocato Giusti. «Quello che hanno fatto le giornaliste è stato lavoro di inchiesta che, in quanto tale, richiede anche che vengano raccontate verità scomode, e che va tutelato dalla costituzione come libertà nell’esercizio del diritto di cronaca», hanno dichiarato dopo aver ripercorso l’intricata vicenda che ha riguardato il caso Gilardi. Per la decisione finale, però, il tribunale ha rinviato alla prossima udienza in autunno.
Al processo, assistita dall’avvocata Elena Ammannato, sua collega di studio, si è costituita parte civile Elena Barra. La sua legale, prima di chiedere un risarcimento del danno «non inferiore a 300mila euro», aveva ricordato nelle sue conclusioni come la vicenda l’avesse «annichilita», dopo essere stata travolta da un’ondata di livore dopo i numerosi servizi delle Iene dedicati alla vicenda Gilardi. La stessa modalità con cui sono state realizzate le interviste era stata definita «estorsiva» dall’avvocato di parte civile: «Un vero e proprio inseguimento, in modo da fare pensare che l’intervistato voglia sottrarsi alle domande. L’avvocata Barra si è ritrovata a essere oggetto di gravi minacce, come quella volta in cui le scrissero che le avrebbero tagliato la gola, che hanno portato a far mettere lo studio sotto sorveglianza».
© RIPRODUZIONE RISERVATA