
Ritardi nelle opere olimpiche, interrogazione del senatore Tino Magni
Dopo le recenti critiche del Partito democratico al progetto dello svincolo della Sassella, anche Alleanza Verdi Sinistra accende i riflettori non solo sulle tempistiche nella realizzazione delle infrastrutture legate ai Giochi invernali del 2026, ma anche ai mancati pagamenti alle imprese coinvolte nei cantieri.
Sondrio
Dopo le recenti critiche del Partito democratico al progetto dello svincolo della Sassella, anche Alleanza Verdi Sinistra accende i riflettori sulle opere olimpiche in Valtellina. Al centro delle preoccupazioni non solo i ritardi nella realizzazione delle infrastrutture legate ai Giochi invernali del 2026, ma anche i mancati pagamenti alle imprese coinvolte nei cantieri.
A denunciare la situazione è il senatore lecchese Tino Magni, che ha presentato un’interrogazione parlamentare rivolta al ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Matteo Salvini. «Sui lavori per le prossime Olimpiadi invernali Milano-Cortina è impossibile avere un controllo analitico dell’avanzamento – ha dichiarato Magni –. I cantieri stanno creando gravi disagi, in particolare per i residenti della Valtellina, e non esistono aggiornamenti puntuali sullo stato delle opere, sugli appalti assegnati e sull’utilizzo delle risorse pubbliche».
Nel mirino del senatore anche gli strumenti digitali messi a disposizione da Simico e dalla Regione Lombardia. Secondo quanto riportato nell’interrogazione, le piattaforme «Open Milano-Cortina 2026» e «Oltre i Giochi 2026» non garantirebbero un accesso trasparente e conforme alle normative vigenti sui dati pubblici. Le informazioni non sarebbero esportabili in formati aperti e riutilizzabili, violando le disposizioni del Codice dell’amministrazione digitale e le linee guida dell’Agenzia per l’Italia digitale-
Anche sul fronte economico regna l’incertezza: se da una parte il dossier ufficiale della Regione Lombardia, aggiornato a novembre 2024, parla di un investimento di circa 4,97 miliardi di euro, il report indipendente «Open Olympics» ridimensiona il dato a 1,35 miliardi. Inoltre, secondo lo stesso report, solo il 55% delle opere sarà completato entro l’inizio delle gare, previsto per il 4 febbraio 2026. Il resto sarà terminato tra il 2026 e il 2032.
La denuncia più grave riguarda però le imprese che hanno anticipato spese consistenti e che, a distanza di mesi, non sono ancora state pagate. Magni cita il caso emblematico del parcheggio interrato del Mottolino a Livigno, uno dei 94 interventi affidati a Simico. Nonostante decreti ingiuntivi esecutivi e solleciti formali, le aziende coinvolte attendono ancora il saldo dei lavori eseguiti.
«A soli sette mesi dall’inizio dei Giochi – osserva Magni – molte opere in Valtellina sono in ritardo e le imprese locali sono penalizzate. La mancanza di una visione complessiva rischia di trasformare quello che doveva essere un volano per lo sviluppo in uno spreco di risorse pubbliche, con gravi conseguenze ambientali e sociali. Le Olimpiadi dovevano rappresentare un’occasione per investire in mobilità sostenibile e infrastrutture durature, ma si stanno rivelando l’ennesimo esempio di cattiva gestione».
Nell’interrogazione, Magni chiede al Governo di chiarire lo stato reale delle opere previste in Lombardia, il cronoprogramma aggiornato con i dettagli fisici e finanziari degli interventi e le motivazioni dei ritardi nei pagamenti alle imprese.
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